Largo ai giovani

Tempo fa avevo letto un articolo dove si diceva che nel terzo millennio è in atto una guerra, combattuta con le armi dell’economia e delle leggi, che vede contrapporsi i vecchi e i giovani. 

I protagonisti sarebbero un gruppo, non meglio identificato, di anziani che detengono il potere . Invidiosi, rancorosi e anche un po’ sadici, farebbero di tutto per rendere la vita difficile ai giovani. 

Certo in Italia nel secolo scorso si parlava spesso di gerontocrazia, di politici che non volevano lasciare il posto ai giovani. 

Ma poi tangentopoli aveva rimescolato le carte facendo uscire di scena molti di loro. Quindi sono arrivati altri politici più giovani, che allora erano considerati il nuovo che avanzava. 

Trent’anni dopo tanto nuovi e tanto giovani non sono più, ma sono ancora al potere. Infatti anche l’età media dei componenti del nuovo governo è piuttosto alta e non sembrano intenzionati a cedere il posto ad altri più giovani.

Comunque non sembra che abbiano preso di mira i giovani  per questioni anagrafiche e generazionali. Questo è un governo di destra duro e puro che vede giovani come potenziali sovversivi. Soggetti pericolosi che potrebbero ribellarsi al nuovo ordine costituito.

Le manganellate alla Sapienza e il cosiddetto decreto anti rave sono segnali ben precisi in questo senso. 

Ma sotto traccia c’è  sempre la guerra dei ricchi contro i poveri che va avanti da decenni e che i ricchi hanno stravinto. 

Per questo, i figli dei poveri, dovranno accontentarsi di un’istruzione che non vada oltre la scuola dell’obbligo per poi  iniziare  lavori precari o di scarsa specializzazione.

Mentre gli altri i figli dei ricchi, che, notoriamente, sono più meritevoli dei poveri, avranno libero accesso all’università e alle professioni più prestigiose e remunerative.

Quindi largo ai giovani. Purché siano ricchi.