In o out

Se non avesse uno sfondo tragico sarebbe una commedia, forse non delle più riuscite o esilaranti, ma una commedia. Ricca di equivoci e nonsensi e senza un lieto fine, anzi senza fine. A lungo andare anche un po’ monotona come certe soap opera.

I protagonisti sono un gruppo di politici senza scrupoli e una moltitudine di persone che hanno un rapporto particolare con la realtà. Sostengono che sia una gigantesca messa in scena dove tutti noi siamo solo comparse in una sorta di Truman Show. Rimasta per anni sotto traccia questa visione del mondo è venuta improvvisamente alla luce con l’assalto al parlamento americano a Washington, trasmesso in mondovisione. 

Fino ad allora Ironizzare sui protagonisti era facile, scontato e nemmeno molto originale. Ma dopo i fatti del 6 Gennaio, un esercito di esperti, ne abbiamo per tutte le occasioni, ha cambiato tono e si è lanciato in analisi improbabili e anche in insulti. Fascisti, qualunquisti, ignoranti, idioti, pazzi ecc. Sono solo alcune delle espressioni usate per condannarli.

Qualcuno ha cercato di capire le loro ragioni individuando in una vita ai margini della società il terreno su cui sono cresciuti il trumpismo e il complottismo. Come mi ripete spesso Neil, il mio amico americano. Sosstiene che in USA non ci sono vie di mezzo. o se in o sei out. Dipende soprattutto dalla tua fascia di reddito. Ad esempio, una famiglia di quattro persone per vivere decorosamente in una grande città, ha bisogno di almeno centomila dollari l’anno. Al di sotto di questa soglia cominciano i problemi e le rinunce.

Ma, anche se in America si paga tutto e caro, la carenza di denaro non spiega completamente la situazione. Infatti un folto gruppo di americani, si stima siano circa venti milioni, appartenenti alle cosiddette underclass, non solo hanno pochi soldi ma anche molta difficoltà a farsi ascoltare. Infatti da anni nessuno si occupa di loro.

In un paese di quasi 330 milioni di abitanti sono una minoranza  che i politici fino a qualche anno fa non consideravano elettoralmente decisiva e non se ne sono mai interessati. Quindi  chi tra di loro si è trovato in difficoltà, data l’assenza di una qualunque forma di welfare, ha potuto contare solo sull’aiuto di qualche organizzazione caricatevole. 

I media tradizionali raramente parlano di loro. Così hanno trovato uno sfogo sui social dove hanno conosciuto i complottisti che hanno offerto loro Interpretazioni fantasiose della realtà e soluzioni semplicistiche e illusorie ai loro problemi. Messaggi che, ripetuti migliaia di volte, alla fine hanno fatto presa. Qualche anno fa, dopo l’elezione di Trump, un tizio armato di fucile era entrato in una pizzeria di Washington e, minacciando clienti e personale, aveva fatto il giro dei locali scendendo anche in cantina. I gestori, dapprima pensavano volesse rapinarli, invece, il tizio cercava i bambini che, secondo quello che aveva letto sui social, erano tenuti prigionieri in quella pizzeria da una setta di pedofili con a capo Hilary Clinton. Poi la polizia era riuscita a disarmarlo e nessuno si era fatto male. Come lui tanti altri credevano e credono a queste leggende metropolitane.

Ma i colpevoli della crisi sociale ed economica non si nascondono certo in una pizzeria. Sono nei palazzi della politica e in quelli della finanza. In questi giorni Wall Street e tutte le altre borse occidentali, stanno macinando miliardi scommettendo sui vaccini, sulla valanga di soldi che le banche centrali immetteranno sul mercato per favorire la ripresa post pandemia e sull’aumento dei risparmi dei privati che spendono poco vedendosi davanti un futuro quanto mai incerto. Così gli investitori diventeranno ancora più ricchi mentre i poveri rimarranno poveri e soprattutto inoffensivi. Finché crederanno che la loro condizione disagiata sia tutta colpa di qualche setta satanica. il potere e le fortune degli investitori saranno al sicuro.

CIA

Se amate i film che raccontano intrighi internazionali e vi piacerebbe vivere una vita avventurosa stile James Bond o Fox Mulder, adesso avete la possibilità di realizzare il vostro sogno. La CIA sta cercando agenti segreti. 

Un paio di giorni fa ha pubblicato su twitter la foto di una città coperta di neve e ha invitato i visitatori ad indovinare l’ora in cui è stata scattata.

Coloro che hanno dato la riposta esatta potranno accedere al concorso per diventare agente segreto. Le alternative proposte erano tre: le 7 o le 11 del mattino o le tre del pomeriggio.

La domanda non era di una difficoltà estrema visto che il 53% dei visitatori ha indovinato l’ora esatta. 

Molto più difficile sarebbe prevedere cosa farà Trump quando Biden arriverà alla Casa Bianca. Questo neppure la CIA riuscirebbe ad indovinarlo.

Astinenze

Da più di nove mesi siamo un po’ tutti in crisi di astinenza. Soffriamo la mancanza di baci, abbracci, strette di mano e, soprattutto, della libertà di vivere normalmente la nostra vita.

I nostri politici, invece, sembrano soffrire di altre mancanze. Molto diffusa è la crisi di astinenza da protagonismo. Il Renzi di questi giorni ne è l’esempio più evidente. Minaccia sfracelli e si dimena come un gatto preso per la coda. Ma il gatto graffia mentre lui promette solo di farlo. Giornalisti e politologi si chiedono ansiosi quale sia il suo scopo. Crisi di governo? Rimpasto? Chissà! Ma intanto un risultato lo ha già ottenuto, quello di tornare sotto le luci della ribalta. Almeno per qualche giorno. 

L’altro Matteo, invece, sembra in crisi di astinenza da sovranismo. Già il covid aveva messo in crisi gli egoismi nazionali e fatto scivolare in secondo piano la questione immigrati, lasciandolo senza argomenti. Non gli rimaneva che quello del complotto globale giudaico massonico, ma su questo argomento non ha mai preso una posizione chiara. Adesso che anche Trump è caduto non gli rimangono che i quattro patrioti del portafoglio di Visegrad.

Mentre la Meloni è in perenne crisi di astinenza da gaffe. Forse servono a riempire, almeno in parte, il vuoto ideologico nel quale si è venuta a trovare la destra. Ma. in fondo , lei dei massimi sistemi non si mai interessata. E’ un tipo con i piedi per terra. Preferisce parlare di cose concrete. Come qualche giorno fa, quando ha detto che le auto ibride sono contro natura, perché sarebbero trangender. Le auto degli italiani, quindi, dovrebbero essere solo a benzina o diesel. Senza pericolose vie di mezzo. 

Speranza, invece, è in crisi di astinenza da lockdown. Avrebbe voluto chiuderci ermeticamente in casa a Natale e Capodanno dichiarando tutta Italia zona rossa. Forse non ha capito che dopo quest’anno infausto il rosso, da colore di sinistra, è diventato sinistro, perché ci ricorda tante disgrazie. Forse a Capodanno non metteremmo nemmeno le mutande rosse.

L’unico che non soffre di alcuna crisi di astinenza è lui, Conte. Impegnato com’è a fare l’avvocato degli italiani, il presidente del consiglio, il declamatore di dpcm e il segretario dei cinque stelle, non ha tempo di chiedersi se gli manca qualcosa.

Il postino di Trump

Il presentimento che i postini potessero diventare degli agenti in missione per conto dei democratici Trump l’aveva avuto da tempo.

Infatti non perdeva occasione per lanciare frecciate alla U.S: Postal Service, una delle pochissime aziende ancora statali e sotto la direzione del governo. Ad esempio non sopportava che ai pacchi spediti da Amazon venissero praticate tariffe scontate perché Jeff Bezos, fondatore di Amazon, è anche l’editore del Washington Post, quotidiano progressista.  

Così lo scorso agosto aveva fatto la sua contromossa nominando Postmaster, ovvero direttore generale delle poste, Louis Deloy, un suo fedelissimo.

Il suo compito, secondo i democratici, era quello di sabotare le poste per rallentare la consegna delle schede elettorali che dovevano essere consegnate a partire da settembre.

Ma le schede sono arrivate comunque a destinazione e sono tornate indietro piene di voti per Biden.

Milioni di schede, come non si erano mai viste, che hanno rallentato parecchio lo scrutinio che, ad oggi, non è ancora finito. Ma la vittoria di Biden è ormai chiara e definitiva.

Certo Trump non accetta la sconfitta perché si considera un vincente che non può mai perdere. Ma il postino, diventato il suo nemico numero uno, tra qualche settimana suonerà alla ,sua porta per consegnarli l’ordine di sfratto dalla Casa Bianca.

Chi di posta colpisce…

Super Trump

Si dice che i sognatori, gli idealisti e i filosofi abbiano la testa tra le nuvole, perché i loro pensieri volano alti sopra la realtà. Poi ci sono i bambini, i matti e i santi che hanno una visione della realtà talmente chiara ed evidente che, secondo loro, tutti gli altri non possono non condividerla.

Freud scoprì che alcuni, che non sono né bambini, né santi vivono in un mondo tutto loro. Ignorano la realtà che li circonda trovandola particolarmente sgradita. Quindi se ne immaginano un’altra ideale, quasi magica e decisamente per loro più accettabile. In poche parole sono affetti da psicosi.

La stessa diagnosi, resa nota in una lettera aperta al New York Times nel febbraio del 2017, alcuni psichiatri americani l’avevano fatta ad un paziente eccellente: Donald Trump. In particolare mettevano in evidenza la sua insofferenza nei confronti di chi gli faceva notare quanto il suo punto di vista fosse lontano dalla realtà e come, a volte, cercasse di negare o ignorare del tutto avvenimenti a lui sgraditi.

Come è successo in questi mesi durante i quali Trump ha cercato di negare l’esistenza del virus e di minimizzarne gli effetti, nel tentativo di fuggire ancora una volta dalla realtà, ma il virus, alla fine, lo ha raggiunto.

Lui però non demorde e cerca ancora di fuggire. Infatti è uscito dall’ospedale dopo pochi giorni, a quanto pare contro il parere dei medici, ed è tornato alla Casa Bianca da dove ha sparato tweet a raffica in cui sostiene che un virus cinese non può dominare la vita degli americani. Ha anche ricominciato a fare comizi dal balcone senza mascherina imitato dagli astanti.

Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che la sua malattia sia stata solo una sceneggiata messa in scena per movimentare la campagna elettorale ,mostrando un presidente supereroe che sfida indomito il virus e lo sconfigge in poche ore.

Ma che sia vero o no, poco importa perché Trump, crede davvero in quello che dice e fa, correndo inconsapevolmente il rischio di essere vittima della nemesi che spesso colpisce chi si ostina ad andare contro la realtà delle cose. Ma intanto fa spettacolo e audience.

Mentre i democratici stanno a guardare e noi aspettiamo la prossima puntata.

Non piove, governo ladro!

Non so da voi, ma qui non piove da settimane. C’è sempre il sole e la temperatura di giorno è gradevole. La terra è secca e polverosa come in estate. Il livello delPo si sta abbassando e nei campi sono già comparsi gli irrigatori.

Il contadino che ci fornisce il vino ha commentato così la situazione:” Se la siccità continua, Il raccolto sarà piuttosto magro quest’anno.Anche con il formaggio non andrà maglio.

A quanto pare, infatti, in novembre e dicembre le esportazioni di parmigiano- reggiano e grana padano negli USA sono dimezzate a causa dei dazi di Trump. Quindi probabilmente nelle prossime settimane i prezzi si abbasseranno.

Ma il governo tutto questo sembra non interessare. Non riesce a fare di meglio che litigare per la prescrizione.  Un argomento che non interessa a nessuno e che certo non s mangia. Sembra si siano dimenticati i veri problemi del paese.

Quello che di certo nom dimenticheranno e di chiederci le tasse fino all’ultimo centesimo.”

Insomma, secondo lui, non piove, governo ladro!

Intrigo internazionale

Gli ingredienti di una spie story ci sono tutti. I servizi segreti, i russi, gli americani, le spie e un misterioso testimone scomparso. Un autentico intrigo internazionale.

A quanto pare il nostro Conte di Volturara, nonché presidente del consiglio, avrebbe organizzato un paio di incontri tra i nostri servizi segreti, il ministro della difesa e un procuratore dell’amministrazione Trump. Che avevano il compito di raccogliere informazioni su un presunto complotto ordito dai democratici americani con l‘aiuto dei servizi segreti italiani ai tempi dei governi Renzi e Gentiloni. Governi amici di Obama che avrebbero dato via libera alle nostre spie per cercare o, magari, inventare informazioni utili a screditare Trump e ad impedirne la vittoria.

Gli uomini di Trump sospettano anche che i servizi italiani sappiano dove è nascosto il misterioso professor Misfud, la gola profonda di questa complicata vicenda che dovrebbe saperla lunga anche sul Russiagate. L’intricata storia per cui Trump ha rischiato l’impeachment.

Come siano andati questi incontri non si sa. Anche perché il Conte, che ha la licenza temporanea di capo degli 007 nostrani, ha fatto tutto di nascosto. Forse ha pensato che, essendoci di mezzo i servizi segreti, tutto dovesse rimanere nell’ombra.

Ed è proprio la presenza del Conte, personaggio da commedia all’italiana, nel ruolo del protagonista, che ci da un indizio come andrà a finire la vicenda per noi italiani. Probabilmente in una serie di sospetti, richieste di chiarimenti e interrogazioni parlamentari che non avranno nessuna conseguenza pratica. Salvo strapparci qualche risata.

Ma, alla fine, quello che ha tratto il maggior vantaggio da questa tragicomica storia è proprio lui, il Conte.

Qualcuno ha insinuato che abbia fatto questo favore a Trump in cambio dell’appoggio alla sua conferma come primo ministro dopo il cambio di governo.

Infatti Trump, poco dopo, in uno dei suoi famosi tweet notturni lo ha definito molto talentuoso e ha espresso l’auspicio che rimanesse alla guida del governo anche dopo il cambio di colore.

Che sia vero o no, poco importa. Quel che è certo è che il nostro, in poco tempo, è passato dal ruolo di servitore di due vice presidenti di non eccelsa statura politica, a protagonista di una vicenda in cui si destreggia, con disinvoltura, tra i due uomini più potenti del mondo.

Quindi i casi sono due. O Padre Pio è un santo veramente potente, oppure il nostro ha delle doti insospettabili.
Una sopratutto: l’italica arte di arrangiarsi.

P.S.

Particolare curioso: il prof. Misfud insegnava a Roma alla Link University che ha la sede nel palazzo San Pio V. Il papa che, nel 1571,mise insieme la flotta cristiana che sconfisse quella turca nelle acque di Lepanto. Da allora è diventato il patrono dei sovranisti. Insomma un altro santo di nome Pio sulla strada del Conte.Tutto torna.