Squilli

Un paio di anni fa stavo per liberarmi del telefono fisso, ma poi la Tim mi ha gentilmente “regalato” internet.

Prima per collegarci alla rete usavamo il cellulare, ma per qualcuno era una procedura noiosa e la linea non sempre stabile. Così abbiamo accettato il “regalo”.

Certo la linea è quella della vecchia ADSL, ma funziona bene pur non essendo superveloce. Mia moglie ha apprezzato.

L’unico effetto collaterale è che, visto che sul telefono fisso non ci chiama più nemmeno il prozio ottantaduenne, ogni volta che suona sappiamo che all’altro capo del filo c’è qualcuno che cerca di venderci qualcosa.

Ma, da una decina di giorni, qualcosa è cambiato. A chiamare non sono più venditori, ma sondaggisti.

Domenica ci sarà il primo turno delle elezioni comunali e, più o meno ogni due giorni, qualcuno vuole sapere per chi voteremo.

Domenica e martedì ha risposto mia moglie e oggi ho riposto io. Ormai stiamo al gioco e ci divertiamo a dare ogni volta risposte diverse.

Ad alcuni amici sta succedendo la stessa cosa.

Adesso capisco perché i sondaggi sono spesso inaffidabili.

L’uomo del mezzogiorno

“Sta diventando un tormentone. Ogni tanto spunta un sondaggio secondo cui la metà degli italiani, vorrebbe un uomo forte al governo. Pensavo che il nuovo anno se lo portasse via, invece qualcuno continua a parlarne e prima o poi spunterà l’ennesimo sondaggio che ribadirà il concetto ancora una volta.

Magari mettendo in risalto la maggiore preferenza del sud per un uomo solo al comando alla guida del paese.

Ma se effettivamente la maggior parte degli importunati ha risposto così non vuol dire che che sognano un muovo duce, un condottiero o un unto del signore. Più semplicemente vorrebbero qualcuno capace di risolvere i loro problemi economici e sociali. 

Alcuni, e sembravano una maggioranza quasi imbarazzante, hanno provato a dar fiducia a Renzi, ma sono rimasti delusi. Altri hanno riposto le loro speranza nelle stelle grilline che però si sono state offuscate. A loro si erano rivolti soprattutto gli elettori del sud che, poi, vista la mala parata, si sono avvicinati alla Lega non più nord. Ma sarà la volta buona?

Abbiamo davvero trovato qualcuno in grado di guidare l’Italia, ed in particolare il sud, fuori dal pantano della crisi, economica e sociale? Io ho parecchi dubbi…”

Mentre ascoltavo questo sfogo di un amico siciliano mi è tornato alla mente una battuta di Pino Caruso che credo risalga a qualche decennio fa: ”Tutti i politici dicono che vogliono venire qui a risolvere i problemi del mezzogiorno, ma ormai sono le due e ancora non si è visto nessuno”.

Politici in promozione

sondaggi 2

Piovono sondaggi. Ma non è una pioggia stagionale come quella di questi giorni. E’ sempre stagione di sondaggi. Anche in vista di elezioni che una volta sarebbero state liquidate in poche righe nella cronaca politica.

Mentre adesso, in un’epoca dove si drammatizzano persino le previsioni del tempo, anche le elezioni comunali, in una piccola città di provincia, diventano un test per il governo, per un partito o per il politico del momento.

Ed è vero che sono dei test, ma servono soprattutto a stabilire se la propaganda a favore di un politico o di un partito sta funzionando.

Il lavoro sporco lo fanno i tanti canali tv, soprattuto di destra, che invitano costantemente il politico in questione in programmi di intrattenimento o nei talk show, Sempre accompagnato da intervistatori compiacenti e, per una parvenza di par condicio, anche esponenti della parte avversa. Ma scelti con cura tra quelli che non sono quasi mai d’accordo con il loro partito e non perdono occasione per criticarne le scelte.

Così, a poco a poco, la faccia del protagonista dello show, diventa per gli spettatori famigliare come quella di un amico o di un parente e le sue opinioni indiscutibili.
In questo modo si può riuscire a trasformare un politico, anche mediocre, in uno che potrebbe vincere tutte le elezioni che verranno.

I sondaggi, fatti intervistando per lo più persone che si informano solo attraverso la tv, che sono la maggioranza, spesso confermano questa impressione. Se poi i numeri non sono eclatanti si possono sempre aggiustare tirando in ballo l’alta percentuale di indecisi.

L’importante è che, da un sondaggio all’altro, crescano i consensi e il politico in promozione, continui la sua irresistibile ascesa. In modo che gli elettori, come i politici, siano indotti a saltare sul carro del vincitore. E così via.

Se poi, nonostante l’impegno, queste tecniche di propaganda, non funzionano vuol dire che il candidato in questione si chiama Carlo Calenda.

Tragicommedia

ILVA TARANTO

La morsa d’acciaio. La bomba Ilva rischia di far esplodere il governo. Fibrillazioni nella maggioranza. L’agonia di un governo senza anima.

I giornali, come sempre, sparano titoli contro il governo. Svelano continuamente retroscena, veri o solo immaginari.

Raccontano di vertici, riunioni, ordini, contrordini, voltafaccia, discussioni infinite, ultimatum che, in realtà sono penultimatum ecc.

Insomma la solita commedia all’italiana. Ma imbastita purtroppo su una tragedia.

Non solo diecimila operai rischiano di perdere il lavoro, ma, come migliaia di abitanti della zona, anche la vita a causa dello spaventoso inquinamento prodotto dall’acciaieria.

E’ chiaro che prima o poi l’ex ILVA dovrà essere chiusa, bonificata e riconvertita ad altro uso.

Quando succederà sarà sempre troppo tardi.

Intanto i politici con lo sguardo fisso alle tabelle dei sondaggi non riescono più a vedere più in là del loro naso e continuano a recitare la solita commedia del tirare a campare.

Come diceva anni fa Nanni Moretti.”Continuiamo così. Facciamoci del male!”