Regali di Natale

A quanto pare oltre al Covid in giro c’è un altro virus altrettanto contagioso. Il primo sintomo non è il mal di gola e neppure una raffica di starnuti, ma un’improvvisa attrazione per i paesi del Golfo Persico, in particolare per il Qatar.

In seguito chi è stato contagiato si è ritrovato inspiegabilmente in casa una valigia piena di soldi. Qualcuno ,magari, ha pensato che fosse un regalo di Babbo Natale arrivato in anticipo. Infatti su alcune buste contenenti il denaro c’era proprio  l’immagine di Babbo Natale.

Ma la guardia di finanza ha scoperto che a portare la valigia era stato qualcuno con la barba e uno strano vestito lungo che, però, non era nemmeno rosso.

Allora qualcuno ha avanzato l’ipotesi che si trattasse dei Re Magi disorientai dai cambiamenti climatici o da un navigatore difettoso, ma gli investigatori hanno scartato subito anche questa fantasiosa seppure suggestiva ipotesi.

Per alcuni deve essere stato un duro colpo. Avevano sempre creduto nell’esistenza di Babbo Natale e nei suoi regali. Anche se qualche dubbio forse lo avevano avuto perché, di solito, portava loro una cravatta, un maglione o un cellulare.

Nella letterina al simpatico vecchietto magari avevano chiesto l’ultimo modello di I phone e invece hanno ricevuto abbastanza soldi da comprane qualche migliaio.

Forse hanno pensato che fosse la giusta ricompensa perché erano stati buoni e si erano comportati bene per tutto l’anno. Invece hanno saputo che, al contrario, si erano comportati male e quindi non avrebbero dovuto ricevere quei regali inaspettati.

Ma possono sempre sperare nella Befana o nell’invito a corte di qualche Emiro.

Soldi facili

Stava solo cercando una vecchia fattura, quando si imbatté in un file senza nome, ma pieno di numeri, che qualcuno si era dimenticato di cestinare. Al rag. Mario Bianchi, chiamiamolo così, bastò un’occhiata per capire il significato di quelle cifre. Alcuni suoi colleghi della sezione marketing si erano intascati illecitamente qualche decina di migliaia di euro.

In un attimo mille pensieri aggressivi irruppero nella sua mente. Primo tra tutti la possibilità di vendicarsi dei tanti piccoli soprusi che aveva subito dal suo diretto superiore. Lui, infatti, era uno di quelli che si erano spartiti il bottino. Quindi sarebbe bastato mostrare al direttore generale il file accusatorio ed era fatta. L’antipatico e pure incompetente capo ufficio sarebbe stato messo alla porta senza tanti complimenti. Oltretutto smascherare i colpevoli era un atto di giustizia, un atto dovuto!

Ne parlò con il collega della scrivania accanto che lavorava con lui da più di vent’anni. Questi non sembrò sorpreso dalla sua rivelazione. Gli spiegò  che i giochi di prestigio coi quali far sparire soldi dai bilanci dell’azienda e farli riapparire nelle proprie tasche, erano molto diffusi e anche poco rischiosi. Perché da quando l’azienda era stata acquisita da un fondo finanziario internazionale i controlli sull’operato dei dipendenti erano diminuiti. “Ai nuovi padroni produrre utili interessa relativamente. Sono molto più attenti alle quotazioni in borsa e uno scandalo, anche piccolo, le farebbe scendere”- spiegò il collega all’aspirante vendicatore. “Quindi se fai uscire questa storia ti ritroverai contro il nostro esimio capo ufficio e quasi tutto l’ufficio marketing. Magari, alla fine, l’unico ad essere licenziato sarai tu.”

Il rag. Bianchi, dopo aver sentito queste parole, avrebbe voluto gridare al mondo la sua rabbia. Qualcuno che lavorava a pochi metri da lui si arricchiva alle spalle di chi si guadagnava onestamente il magro stipendio, infischiandosene di leggi, regolamenti ed etica professionale.

Ma non disse nulla. Pensò che sarebbe stato inutile e magari anche rischioso. Così,  dopo aver salvato il file scottante su una chiavetta, se l’è portata a casa e l’ha nascosta in un posto sicuro. Non ne ha fatto parola nemmeno con sua moglie.

Ogni tanto apre quel file e se lo rimira pensando che chissà. magari, un giorno potrebbe essergli utile. Quando il mondo cambierà, ma non sarà domani.