Mario Rossi

Una volta aveva un nome ed un cognome. Si chiamava Mario Rossi. Faceva l’impiegato, aveva una moglie e un paio di figli. Viveva in  un condominio in periferia, ma non troppo lontano dal centro storico di una città grande o piccola. Guidava una Fiat e votava DC.

Era l’italiano medio della cosiddetta prima repubblica. Poi, dopo tangentopoli le sue generalità sono state dimenticate da statistici e sociologi ed è diventato un anonimo uomo della strada.

A rubargli la scena era stata sua moglie, una casalinga di Voghera consumatrice seriale di programmi tv come soap opera, quiz e programmi di gossip.. Armata di telecomando aveva il potere di decretare il successo o il fallimento di una trasmissione e dei suoi conduttori .  

Ma poi con il moltiplicarsi di canali tv e trasmissioni sempre più di nicchia anche lei, come il marito ed i resto della famiglia, si è ritirata a vita privata. Probabilmente è andata in pensione con i contributi volontari pagati all’INPS e adesso riceve un assegno minimo che, insieme alla pensione del marito, a volte non basta ad arrivare a fine mese.

Ogni tanto qualcuno cerca ancora il sig, Rossi e la sua famiglia, ma senza successo. Potrebbero essere ovunque e da nessuna parte.

Secondo i sociologi questo è dovuto al fatto che molti li cercano in quello che era il loro habitat, naturale, il ceto medio, che però sta scomparendo e quello che ne è rimasto è molto diverso da quello di una volta.

Infatti ci abitano professionisti, artigiani, commercianti o fantomatici titolari di partite iva. Da più di vent’anni i partiti, quelli di destra e non solo, si contendono il loro consenso.

Mentre del povero sig, Rossi dei suoi figli e dei suoi nipoti non si interessa più nessuno anche se rappresentano ancora la maggior parte degli italiani.