Rivoluzione chic?

Da parecchi giorni in tanti fanno a gara per ironizzare sull’intervista della Schlein a Vogue e quella della sua personal shopper a Repubblica, che ha reso popolare il termine armocromia.

Questa notizia ha fatto il paio con quella della cena, della stessa Schlein, a casa Baglioni. Quindi, anche se due indizi non fanno una prova, la conclusione è stata che si sta rivelando una radical  chic qualunque e che, come gli altri appartenenti alla stessa categoria, è del tutto innocua. Soprattutto per il governo.

Mentre alcuni esponenti del PD hanno cambiato partito perché sono stati spaventati dalla sua radicalità che non avrebbe niente di chic,  ma sarebbe pericolosamente di sinistra. Secondo loro, infatti, la neo segretaria del PD starebbe preparando la rivoluzione e il guardaroba adatto per quel giorno fatidico. Perché non vorrebbe trovarsi nella situazione spiacevole della protagonista di una commedia degli anni 70  che si intitolava appunto: “Sta venendo la rivoluzione e non ho niente da mettermi.”

Intanto, mentre la sinistra discute di questo argomento molto importante, il governo Meloni oggi, Primo  Maggio festa del lavoro, si prepara a varare il decreto legge che taglierà il reddito di cittadinanza e conterrà altri simpatici provvedimenti che conceranno per le feste i lavoratori.

Buon Primo Maggio a tutti.

In vino veritas?

Ieri sera durante una cena per il compleanno di un amico c’era un lungo tavolo di parenti ed amici. Dopo i vari brindisi di auguri si è  scatenata una discussione sulla neo segretaria del PD, Elly Schlein.

Qualcuno diceva che è una radical chic troppo lontana dalla gente comune. Qualcun altro sosteneva che, comunque, è quanto di più lontano possa esistere dagli schemi antiquati della destra e anche da certi esponenti del PD. Infatti dice cose di sinistra che da anni nessuno nel partito diceva e, probabilmente, nemmeno pensava.

Un sostenitore di Bonaccini sosteneva che è troppo di sinistra e che difficilmente riuscirà a mettere in pratica le sue idee. Inoltre gli elettori potrebbero non capire un cambio di direzione così brusco. Allora qualcuno gli ha fatto notare che in tre giorni ci sono state circa 7500 nuove iscrizioni al partito, segno di un apprezzamento notevole. Ma lui, stizzito, ha ribattuto che potrebbe trattarsi solo di un fuoco di paglia.

Intanto, tra una portata e l’altra, saliva il tasso alcolico. Ad un certo punto, mentre eravamo ormai arrivati al dolce e allo spumante, si è alzato in piedi il nostro politologo dilettante, che scrive su un piccolo giornale online. Ha alzato il calice ancora una volta per gli auguri al festeggiato e poi ha annunciato che stava per fare un previsione importante, anzi una profezia.

Allora tutti i convitati incuriositi hanno smesso di parlare tra di loro e, nel silenzio che ne è seguito, lui ha iniziato il suo discorso con tono solenne, nonostante la voce un po’ impastata:”Credo di sapere cosa succederà nei prossimi mesi. Questo governo pieno di personaggi incapaci ed impresentabili non reggerà a lungo. 

La tragedia di Crotone ha segnato una svolta e gettato un’ombra scura, una stigma, sul governo e sulla Meloni. Aggravata da l fatto che i 79 naufraghi superstiti sono stati sistemati in due capannoni con brande senza materassi ed un solo bagno. Tutto questo ha fatto indignare persino il prudente Mattarella che non l’ha nascosto.

Questo governo è troppo di destra e, se continua così, potrebbe anche non arrivare all’anno prossimo quando, in primavera, ci saranno le elezioni europee. 

A vincerle, se dimostrerà di essere davvero di sinistra, sarà la Schlein che potrebbe anche sfiorare o addirittura superare il 35%. Questo darà il colpo di grazia al governo Meloni, se sarà ancora in carica.

I voti di sinistra ci sono ancora, il PCI era arrivato a oltre 12 milioni di voti, ma bisogna andarli a prendere dove sono. Ad esempio  nelle periferie e non nelle ZTL.. Cosa che il PD non ha mai cercato di fare. Infatti con Letta si è fermato a 5 milioni di voti. Una bella differenza!

Poco tempo dopo le europee, probabilmente, ci saranno le elezioni politiche che potrebbe vincerà ancora il PD. Ma questa è un’altra storia. Per adesso non riesco a vedere così lontano.”

A questo punto dopo, un attimo di silenzio, qualcuno ha fischiato, altri sono rimasti in silenzio, mentre la maggior parte ha applaudito.  

Il mio vicino di sedia ha commentato.” Sarà vero, come dicevano gli antichi, che “in vino veritas? ”

Una poltrona per due

Uno dei tanti interrogativi che aspettano una risposta in questo nuovo anno riguarda il futuro segretario di quello che è rimasto del PD. Tra i candidati alla scomoda poltrona soprattutto due hanno attirato l’interesse dei media: Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. 

I giornali di destra che elogiavano Letta, come colui che aveva rimesso in carreggiata il partito, sembrano preferire Bonaccini  forse con la speranza che prosegua sulla via tracciata dal segretario terminale, quella che porta alla sconfitta. Non vogliono che il PD si sciolga, ma che rimanga com’é, un coacervo di correnti litigiose e inconcludenti.

Bonaccini, secondo loro, potrebbe essere l’uomo giusto. Dopo tutto anche se viene dal PCI, si era convertito al renzismo, da cui non ha mai preso le distanze. Fosse ancora del tutto o in parte renziano, come dimostra la sua costante attenzione per le imprese, la scelta della PIcerno come vice e l’accordo con Nardella, per loro andrebbe benissimo, perché, in questo caso, potrebbe presto diventare il curatore fallimentare del partito accompagnandolo in una lenta agonia. Dunque un avversario ideale. 

Ben diverso è il loro atteggiamento nei confronti di Elly Schlein. La considerano una pericolosa sovversiva, una comunista che vuole cambiare lo status quo nel quale loro sguazzano da anni. Dal loro punto di vista è un giudizio del tutto normale quasi ovvio. Ma non sono i soli a pensarla così.

Infatti anche da sinistra piovono critiche. Alcune vengono dall’interno del partito. Altre, invece, sono uscite soprattutto dalla bocca di esponenti della sinistra salottiera che vede la Schlein come la rappresentante di una sinistra radicale post comunista morta e sepolta da anni. La sua intenzione di sciogliere le correnti? Semplicemente patetica. Il fatto che è una donna e una faccia giovane e nuova? Ininfluente. Insomma, una stroncatura in piena regola.   

Magari questi preferirebbero Cuperlo che è uno di loro, anche se qualcuno, ricordando i suoi tentennamenti ai tempi del governo Renzi, pensa che sarebbe più adatto a fare il segretario del PDI, il partito degli indecisi.

Un amico, militante del Pd nonostante tutto, come lui stesso si definisce, sostiene che Bonaccini  rappresenta la discontinuità pur nella continuità. O viceversa. A me è sembrata una definizione simile alle leggendarie convergenze parallele, ma non ho ribattuto.

Mentre ritrovarsi la Schlein come segretario, sempre secondo lui, sarebbe un salto nel vuoto, nell’ignoto e impervio territorio della sinistra.  Per spiegarmi meglio il concetto ha detto: “L’ho sentita dire che bisogna superare il neoliberismo perché ha causato disuguaglianze e crisi economiche, ma non propone un’alternativa. Sostiene anche che bisogna accelerare la transizione verso fonte di energia rinnovabili trascurando l’alto costo economico che questo comporterebbe, soprattutto a carico delle imprese. Inoltre, nonostante vada in giro a dire che in caso di vittoria chiederebbe a tutti di dare una mano, ha dichiarato più volte che Renzi è uno stronzo. Non ha detto proprio così, ma il senso delle sue parole era questo.”

Se questa fosse solo l’opinione di un militante periferico conterebbe poco, ma, a quanto pare, è anche quella di tanti dirigenti del partito che hanno già scelto Bomaccini come segretario anche perché è considerato il probabile vincitore delle primarie. Quindi è meglio affrettarsi a salire sul suo carro.

Intanto i due candidati a chi gli chiede che differenze ci siano tra di loro, non rispondono e si manifestano stima reciproca. Eppure, almeno in teoria, rappresentano le due facce di un partito diviso tra chi ha ormai accettato lo status quo neoliberista e chi vorrebbe cambiarlo.

Per questo è nato il sospetto che alla fine vogliano continuare a far convivere le due anime del partito con lui segretario e lei vice, come hanno fatto in ER fino a poco tempo fa. Forse pensano che, in questo modo, si eviterebbero ulteriori scissioni, ma  c’è il rischio che il partito rimanga com’è, indeciso su tutto e inoffensivo.

Chissà cosa ne pensano i potenziali elettori, soprattutto quelli che dai tempi di D’Alema aspettano ancora un segretario che dica qualcosa di sinistra.

Ai gazebo l’ardua sentenza.