Eufemismi

“ Ma come parli! Chi parla male pensa male. Le parole sono importanti!”- diceva Nanni Moretti, alias Michele Apicella, in “Palombella rossa” ad una giornalista che aveva un’improbabile lessico postmoderno. 

Le parole, oltre ad essere importanti, sono anche lo specchio dei tempi. 

Ad un certo punto, alla fine del novecento, le parole che indicavano le categorie più svantaggiate cambiarono e furono sostituite da vari eufemismi.

Non si sa se accadde per riguardo, delicatezza o semplicemente per ipocrisia,

Fatto sta che i sordi, diventarono non udenti,  i ciechi non vedenti, gli handicappati, orribile espressione, disabili o diversamente abili e i drogati tossicodipendenti. Mentre i malati cronici e i vecchi sono diventati  da poco fragili. 

I poveri, invece, furono ribattezzati meno abbienti. 

Tutte queste definizioni sono arrivate fino ad oggi. Tranne una. I meno abbienti sono tornati ad essere poveri. 

Forse perché la povertà non è una malattia e quindi certi riguardi non sono necessari. Anzi, secondo il pensiero unico,, se sono poveri è colpa loro. 

Perché sono stati dei pessimi imprenditori della loro vita. Non sono riusciti a migliorare la loro misera condizione economica. Quindi bisogna ricordarglielo, per indurli all’iniziativa a farsi venire un’idea vincente. 

Magari qualcuno di loro si decide almeno a trovarsi un lavoro invece di limitarsi ad incassare il RDC e a passare le giornate sul divano.

Sintomi e cure

“Vi ricordate le polemiche scoppiate nel 2020 quando il covid colpiva ogni giorno migliaia di persone?

La medicina ufficiale in assenza di vaccini e antivirali efficaci indicava come cura aspirina, tachipirina e antibiotici. Farmaci in grado di alleviare i sintomi, ma non di sconfiggere il virus. Mentre complottisti ed esponenti di destra minimizzavano i fatti e sostenevano che per guarire sarebbe bastata la clorochina o qualche altro lava pavimenti.

In politica è successo qualcosa di simile. Il Conte 2 per curare le crisi economica e sociale proponeva misure paragonabili alla tachipirina, come il bonus per mettere a norma le case o l’RDC. Provvedimenti che servivano anch’essi solo ad alleviare i sintomi della crisi.

Poi con Draghi la cura compassionevole dei nostri mali è continuata, ma con meno convinzione.

Così molti italiani hanno pensato che la cura capace di guarire le nostre malattie ce l’avesse la Meloni.

Invece, probabilmente, con lei torneremo alla clorochina. Ma, forse, non sarà la sola medicina che ci prescriverà.. Per prudenza ha telefonato a Draghi per farsi prestare un po’ di aspirina o di tachipirina.”

Un amico medico ha fatto queste considerazioni, che mi sono sembrate divertenti e ho pensato di riportarle qui.