Le cose cambiano

Una volta l’unica cosa che cambiava spesso era l’alta moda. Qualcuno, malignamente, sosteneva che era talmente orribile che ogni sei mesi dovevano cambiarla.

Adesso, invece, anche gli oggetti di uso comune hanno una durata limitata. Alcuni apparecchi come lavatrici, televisori ed anche alcune automobili sono costruiti in modo che non durino per sempre, ma si guastino dopo un certo periodo di tempo. La chiamano obsolescenza programmata.

Caratteristica di una società ormai basata sull’usa e getta.

Anche le idee hanno subito la stessa sorte. Non durano più decenni, ma solo pochi anni se non addirittura pochi mesi.

I partiti, naturalmente, non fanno eccezione. Alcuni nascono e spariscono nel giro di un mattino. Le cose cambiano in fretta e bisogna adeguarsi per rimanere sulla cresta dell’onda.

Anche la cosiddetta forma partito è ormai obsoleta, così come la parola stessa. Quindi se volete fondare qualcosa di simile ad un partito non mettete quella parola ormai superata nella sigla che sceglierete.

Chiamatelo piuttosto movimento, circolo o club e inventatevi un nome come Movimento a cinque stelle, Italia Viva Azione, Sardine ecc. Così nessuno potrà accusarvi di far parte della famigerata partitocrazia.

L’unico gruppo parlamentare che non si è adeguato ai tempi ed è ancora soggetto a questa accusa è quello che i radical chic, non a caso, chiamano Piddi.

Politici in promozione

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Piovono sondaggi. Ma non è una pioggia stagionale come quella di questi giorni. E’ sempre stagione di sondaggi. Anche in vista di elezioni che una volta sarebbero state liquidate in poche righe nella cronaca politica.

Mentre adesso, in un’epoca dove si drammatizzano persino le previsioni del tempo, anche le elezioni comunali, in una piccola città di provincia, diventano un test per il governo, per un partito o per il politico del momento.

Ed è vero che sono dei test, ma servono soprattutto a stabilire se la propaganda a favore di un politico o di un partito sta funzionando.

Il lavoro sporco lo fanno i tanti canali tv, soprattuto di destra, che invitano costantemente il politico in questione in programmi di intrattenimento o nei talk show, Sempre accompagnato da intervistatori compiacenti e, per una parvenza di par condicio, anche esponenti della parte avversa. Ma scelti con cura tra quelli che non sono quasi mai d’accordo con il loro partito e non perdono occasione per criticarne le scelte.

Così, a poco a poco, la faccia del protagonista dello show, diventa per gli spettatori famigliare come quella di un amico o di un parente e le sue opinioni indiscutibili.
In questo modo si può riuscire a trasformare un politico, anche mediocre, in uno che potrebbe vincere tutte le elezioni che verranno.

I sondaggi, fatti intervistando per lo più persone che si informano solo attraverso la tv, che sono la maggioranza, spesso confermano questa impressione. Se poi i numeri non sono eclatanti si possono sempre aggiustare tirando in ballo l’alta percentuale di indecisi.

L’importante è che, da un sondaggio all’altro, crescano i consensi e il politico in promozione, continui la sua irresistibile ascesa. In modo che gli elettori, come i politici, siano indotti a saltare sul carro del vincitore. E così via.

Se poi, nonostante l’impegno, queste tecniche di propaganda, non funzionano vuol dire che il candidato in questione si chiama Carlo Calenda.