La speranza e l’incertezza

Anche sotto la mascherina il sorriso è sempre enigmatico. Incerto, dubbioso, ma non

rassegnato. Forse aperto alla speranza. Come tutti noi in questo disgraziato periodo.

Buon Natale a tutti!

P.S.

Pubblico questa immagine su richiesta dell’artista di famiglia che ha dodici anni.

Dopo aver visto la mia maldestra elaborazione della Gioconda con mascherina di

qualche mese fa, ha dichiarato che si poteva fare meglio e l’ha fatto.

Spaghetti col sugo

L’altra sera ho assistito ad un dibattito su una tv locale. Alcuni approvavano i provvedimenti del governo e altri li criticavano. C’era chi sosteneva che erano tardivi e poco efficaci e chi ribatteva che non si poteva fermare tutto ancora una volta con il rischio di aggravare ulteriormente la già precaria situazione economica. Discorsi già sentiti. Niente di nuovo sotto il Covid.

Stavo per cambiare canale quando la discussione ha preso una piega imprevista. Un tizio, forse un giornalista, ha cominciato a parlare degli errori di comunicazione del governo. Sosteneva che se fossimo ancora nella campagna elettorale  permanente che c’era prima del covid anche il più incompetente dei cosiddetti spin doctors avrebbe consigliato caldamente a Conte e soci di evitare certi atteggiamenti incoerenti perché fanno perdere voti.

Ricordava che, non più tardi di quindici giorni fa, alcuni esponenti del governo esultavano per un calo dello zero virgola del famigerato RT, l’indice di contagio. Mentre adesso che è sceso sotto uno, segno che abbiamo seguito le regole, minacciano di conciarci per le feste. Come se la situazione fosse peggiorata. “Sembra, diceva, che siano vittima delle emozioni e della loro innata esterofilia. Pensano: Se alcuni paesi europei si preparano a passare un Natale in lockdown, perché non dovremmo farlo anche noi? “

Poi ha spiegato che le iniziative natalizie che il governo stava per prendere potevano sembrare maldestri tentativi di nascondere incertezze e ritardi che hanno caratterizzato i mesi scorsi, quando sarebbe stato opportuno intervenire mentre la situazione era ancora sotto controllo. Mentre adesso sembra diano la colpa agli italiani. Non solo.  La parola rigore usata spesso da un paio di ministri e prontamente ripresa dai media, richiama alla mente la politica economica europea tutta lacrime, sangue e aumento di tasse di non molto tempo fa. Inoltre sosteneva che i politici al governo non dovrebbero renderci ansiosi annunciando continuamente nuovi provvedimenti restrittivi. che però arrivano parecchi giorni dopo. Come hanno fatto adesso in vista del Natale. L’attesa ci rende nervosi perché si tratta della nostra salute e della nostra libertà e non del menù del pranzo di Natale. 

“Tutto questo – ha sottolineato – certo non aumenterà la fiducia degli italiani nel governo Conte. Anzi, il progressivo calo di popolarità che i sondaggi segnalano da parecchie settimane, dopo le feste, probabilmente, continuerà la sua corsa verso il basso, magari con maggiore velocità. “Ma il governo, sempre secondo l’esperto, continuerà imperterrito per la sua strada abboccando, come sempre, all’amo che la stampa getta tutti i giorni nel laghetto della nostra politica drammatizzando anche l’arrivo di una nuvola all’orizzonte. Partendo dalla danza macabra del numero quotidiano di decessi che i giornali sventolano tutti i giorni come se fosse la bandiera nera con il teschio che i pirati issavano per impaurire agli avversari. In questo caso il governo che, dopo gli scongiuri di rito, cerca di reagire, in qualche modo. Ma è tutto inutile, perché i giornali che sono quasi tutti, per motivi diversi, antigovernativi, continuano a sparare contro Conte e associati sperando di farli traballare e magari cadere. Finora i loro tentativi sono andati a vuoto, ma se ci fossero le elezioni tra pochi mesi, il loro impegno potrebbe andare a buon fine. Complice la stanchezza degli italiani e la rimontante sfiducia nella politica potremmo ritrovarci con Berlusconi presidente della repubblica e Salvini presidente del consiglio.” Dopo l’incubo del Covid, un incubo politico.

Ieri questo post l’avrei concluso qui, lasciando i commenti ai lettori, ma, dopo aver sentito Conte recitare il suo ennesimo dpcm ho pensato che, alla fine, ne è uscito uno spaghetti lockdown, dove il condimento è rosso, ma la pasta è solo arancione. Insomma, a quanto pare, non dovremo stare sempre tappati in casa. Anche se capire come e quando potremo uscire non sarà per niente facile. Vivremo la solita commedia all’italiana, ma non il dramma che certi giornali annunciavano.

Il Conte miracolato non ha tendenze suicide come il PD. Preferisce vivere e rimanere al suo posto

E’ qui la festa?

Non so da voi, ma qui di natalizio c’è stato ben poco. Solo qualche albero addobbato, qualche luminaria, qualche augurio. Quelli di buone feste sono rimasti solo sui bigliettini di auguri che nessuno spedisce più.

In piazza c’è il solito abete sacrificato al Natale con poche sfere luminose e una grossa, triste, cometa sulla cima. La gente si saluta, ma non sempre si fa gli auguri.
Sembra che del Natale importi poco a tutti.

Eppure anni fa era la festa più importante dell’anno. La più sentita. Soprattutto per il suo messaggio di pace e fratellanza. Concetti che, col tempo, sono passati in secondo piano e oggi, nell’epoca del sovranismo, appaiono politicamente molto scorretti.

Così, quella di Natale, è diventata una festa come un’altra e si è progressivamente trasformata in un evento commerciale.

Ma ormai anche questo aspetto residuo sta svanendo.

Infatti in questi anni di crisi le occasioni, o meglio, i pretesti per vendere e comprare si sono moltiplicati. Ormai gli sconti non sono più l’eccezione, ma la regola.

Ci sono quelli promozionali di inizio stagione, quelli di metà stagione e, naturalmente, quelli di fine stagione. Poi ci sono le promozioni estemporanee ed il Black Friday che può anche durare una settimana.

Mentre per Natale i prezzi rimangono alti e gli sconti quasi inesistenti. Quindi a parte il cibo, tutto il resto è meglio acquistarlo a Gennaio, quando cominceranno gli sconti di fine stagione.

Mentre ai regali è meglio pensare in anticipo magari approfittando delle offerte autunnali di metà stagione, quelle più vicine a Natale.

Dunque, Buone Feste e buoni saldi!

Regalo di Natale

Dollari

Chi ha detto che Babbo Natale non esiste? Esiste eccome. Il suo vero nome è David Wayne Oliver.

Questo signore di 65 anni con barba e capelli bianchi vive nel Colorado. Un paio di giorni fa ha rapinato una banca e poco dopo ha lanciato i soldi ai passanti gridando.”Buon Natale!”.Poi è entrato in un bar dove lo ha trovato la polizia.

I passanti dapprima sorpresi. poi si sono affrettati a raccogliere i soldi.

Qualcuno gli ha restituiti alla banca, ma tanti altri si sono tenuti quell’inaspettato regalo di Natale. Infatti secondo la polizia mancano all’appello migliaia di dollari.

Ecco qualcuno che ha preso sul serio lo spirito natalizio!

Caldo Natale

Unknown

Che è Natale oggi lo capisci solo dalle poche luminarie appese ai balconi, dai cartelloni pubblicitari che promettono sconti fantastici e dagli spot televisivi con Babbo Natale e le renne in mezzo alla neve.

Ma qui, anche se siamo a nord, la neve non c’è.

Oggi il cielo è sereno e il termometro segna 15 gradi.

Era così ieri e sarà così anche domani. Il bianco Natale è ormai un lontano ricordo.

Babbo Natale ha dovuto mettere le ruote alla sua slitta e mettere un vestito più leggero.

Dunque non saranno i cosacchi ad abbeverare i cavalli nelle fontane San Pietro ma Babbo Natale com l sue renne, assetate dopo un lungo e caldo viaggio.

 

Natalino

“Forse non era il giorno di Natale, ma il periodo era quello. Era una mattina fredda ed era ancora buio. Stavo mungendo una mucca, quando sentii un lamento, una specie di guaito davanti alla porta della stalla. Andai ad aprire e mi trovai davanti un piccolo cane lupo, magro e infreddolito che si affrettò ad entrare nella stalla. Annusò l’aria, poi mi guardò e abbaiò due o tre volte. Aveva fame. Tanta fame. Allora gli portai i resti della cena e una ciotola di latte. Il cagnolino, mangiò tutto e poi si sdraiò sulla paglia dove rimase a dormire per parecchie ore. Provai a chiedere ai vicini per sapere se quel piccolo lupo avesse un padrone, ma nessuno lo aveva mai visto. Così decisi di tenerlo. Lo chiamai Natalino, ma poi lo avrei sempre chiamato Lino.
In poco tempo prese l‘abitudine di seguirmi quando andavo nei campi. A volte saliva anche sul trattore con me.
Qualche anno dopo. un giorno di primavera, andai nella vigna a potare le viti seguito come sempre da Lino Ma un paio d’ore più tardi Lino tornò da solo. Andò davanti a casa e cominciò ad abbaiare. Non appena lo zio uscì Lino dopo aver abbaiato l’ennesima volta si diresse verso i campi e lo zio lo seguì. Mi trovò a terra in mezzo all’erba: Avevo avuto un malore. Mi portarono subito all’ospedale e dopo un paio di settimane tornai a casa. Da quel giorno io e Lino diventammo ancora più inseparabili.”
Questo è l’episodio natalizio che il nonno. quando ero piccolo, mi raccontò una sera di Natale.

Buon Natale a tutti.