Eufemismi

“ Ma come parli! Chi parla male pensa male. Le parole sono importanti!”- diceva Nanni Moretti, alias Michele Apicella, in “Palombella rossa” ad una giornalista che aveva un’improbabile lessico postmoderno. 

Le parole, oltre ad essere importanti, sono anche lo specchio dei tempi. 

Ad un certo punto, alla fine del novecento, le parole che indicavano le categorie più svantaggiate cambiarono e furono sostituite da vari eufemismi.

Non si sa se accadde per riguardo, delicatezza o semplicemente per ipocrisia,

Fatto sta che i sordi, diventarono non udenti,  i ciechi non vedenti, gli handicappati, orribile espressione, disabili o diversamente abili e i drogati tossicodipendenti. Mentre i malati cronici e i vecchi sono diventati  da poco fragili. 

I poveri, invece, furono ribattezzati meno abbienti. 

Tutte queste definizioni sono arrivate fino ad oggi. Tranne una. I meno abbienti sono tornati ad essere poveri. 

Forse perché la povertà non è una malattia e quindi certi riguardi non sono necessari. Anzi, secondo il pensiero unico,, se sono poveri è colpa loro. 

Perché sono stati dei pessimi imprenditori della loro vita. Non sono riusciti a migliorare la loro misera condizione economica. Quindi bisogna ricordarglielo, per indurli all’iniziativa a farsi venire un’idea vincente. 

Magari qualcuno di loro si decide almeno a trovarsi un lavoro invece di limitarsi ad incassare il RDC e a passare le giornate sul divano.

Dibattiti e battiti

Sabato pomeriggio durante un giro in centro ho sentito una voce che parlava di crisi della politica. Almeno così mi è sembrato. Ho seguito la voce e sono arrivato in una piazzetta dove era  in corso un dibattito sul rapporto tra giovani e politica.

Per un  attimo mi sono ricordato della famosa frase di Nanni Moretti quando diceva”No! Il dibattito no!” Ma era un periodo in cui, specialmente a sinistra, si dibatteva su qualsiasi argomento e, spesso, senza arrivare ad una conclusione. Tempi lontanissimi. 

Eppure in quella piazza c’erano parecchie persone, soprattutto giovani. Sono rimasto ad ascoltare e ho notato che, pur con motivazioni ed opinioni diverse, quelli che si sono alternati al microfono sembravano tutti intenzionati ad avvicinarsi alla politica. 

Più tardi, mentre tornavo alla macchina, due ragazzi mi hanno dato un volantino dove si invitavano i cittadini a partecipare ad una manifestazione contro gli sfratti e i pignoramenti. Se ricordo bene credo che l’ultima manifestazione di protesta risalga al 2019. In seguito il covid ha fermato tutto. Fino ad ora.

Stamattina ho incontrato sotto casa l’amico attivista dell’ormai ex PD che mi ha invitato ad un dibattito sul futuro della sinistra. Gli ho fatto notare che questo tema è stato dibattuto mille volte inutilmente. Ma lui ha risposto che “stavolta potrebbe essere l’inizio di un nuovo percorso. E’ un segno che il cuore malandato della sinistra continua a battere. Speriamo che i suoi battiti diano vita ad una fase politica veramente nuova”, ha concluso, con un filo di retorica.

Comunque sia, erano anni che non c’era tanto fermento in città. Ho pensato che forse la vittoria della Meloni,  comincia già a far sentire i suoi effetti. Forse servirà a  far muovere le acque da troppo tempo stagnanti della sinistra.

Che sia vero che non tutto il male viene per nuocere?