Colori stonati

Il 2 Giugno in Piazza del Popolo ,a Roma, c’era un caleidoscopio di colori. Infatti oltre ai tre della bandierona italiana srotolata sulla folla, c’erano il verde padania, il nerofumo di FDI e l’arancione dei gilet di Pappalardo. Ognuno dei tre voleva farsi notare più degli altri dopo oltre due mesi di oblio.

La lotta per la maggiore visibilità sembrava riguardare solo Salvini e Meloni, invece, a sorpresa, nelle cronache dell’evento, oltre all’assenza di precauzioni anti covid, ad avere la meglio è stato l’arancione.

A portarlo in piazza è stato un generale dei carabinieri in congedo che ha il cognome di un cantante, ma non è intonato né nella voce, né negli argomenti. Però ha ancora abbastanza fiato per urlare.

Contro il covid che, secondo lui, non è mai esistito, contro il parlamento che sarebbe abusivo, contro il presidente della Repubblica in quanto usurpatore e anche contro tutti quelli, non meglio identificati, che, in Italia e nel mondo, tramano dietro le quinte.

Se l’’è presa anche con Salvini reo di avergli rubato un’intervista.

L’ex felpato si è consolato con una raffica di selfie, come ai bei tempi.

Mentre la Meloni, non si è scomposta più di tanto. Forse le bastava non essere sopraffatta dal verde padania. Poi, magari, ha pensato che, in fondo, il nero va con tutto e quindi anche con l’arancione. un colore vivace che si fa notare.

Mentre verde, nero e arancione non stanno proprio bene insieme. Uno, probabilmente il verde padania, è di troppo.

Se poi sapesse che questi colori sono tutti e tre insieme sulla bandiera dello Zambia…

Luci della ribalta

I gemelli diversi della politica italiana sono tornati per un giorno sotto le luci della ribalta. L’uno nella veste di imputato e l’altro nel ruolo di avvocato difensore. Uno schema classico visto migliaia di volte nelle serie poliziesche televisive, che riesce sempre ad attirare qualche affezionato spettatore.

Certo, gli osservatori più attenti ritengono che Renzi abbia salvato Salvini dal processo solo per fare l’ennesimo dispetto a Conte. Ma intanto lo spettacolo ha fatto audience e ha ribadito che la sorte del governo dipende ancora da lui.

Mentre Salvini ringrazia e si prepara a festeggiare lo scampato pericolo il 2 Giugno.

Probabilmente a festeggiare sarà da solo, visto che Berlusconi e Meloni si sono sfilati adducendo ragioni socio-sanitarie. Ma non importa.

Se sarà solo si noterà di più. Perché lui e il suo omonimo temono più del Covid, della peste bubbonica e del colera, di diventare irrilevanti.

Domani accadrà

La politica . giorno dopo giorno,sta riconquistando spazio nelle pagine dei giornali.

Renzi spara a salve contro il governo. Il PD fa finta di niente, mentre Conte prende nota.

Al momento opportuno farà sapere a Renzi cosa pensa di lui. E non saranno complimenti. Salvini ne sa qualcosa.

Quindi, alla prima occasione, probabilmente, farà entrare nel governo i transfughi di Forza Italia in cerca di asilo.

Poi, secondo voci insistenti, ma non confermate, in vista delle elezioni che, potrebbero svolgersi il prossimo anno in primavera, Conte starebbe pensando di fondare un suo partito alleato con Il PD. A quanto pare il nome più probabile per la nuova formazione politica sarebbe nientemeno che: Democrazia Italiana. Un nome che è tutto un programma.

Intanto a destra Salvini ha messo  le felpe nell’armadio e si è travestito da politico con giacca cravatta e occhiali. Ha persino tagliato la barba, ma la sua popolarità continua a calare. Mentre quella della Meloni è in continuo aumento. Soprattutto, dicono, tra i leghisti delusi da Salvini, che si starebbero dirigendo verso FI.

I sondaggi più virtuali e imprecisi che mai, in questo periodo virale, hanno cominciato a registrare e a incoraggiare questa tendenza nel tentativo di lanciare la politica romana verso la leadership del centro-destra.

Certo all’orizzonte qualcuno vede già la sagoma di Zaia, ma questa è una storia tutta da scrivere e non certo in tempi brevi.

Mentre alla destra un nuovo capo servirebbe al più presto. Altrimenti in caso di elezioni anticipate, i catto-comunisti-vaffanculisti, potrebbero avere la meglio. Chissà!

Di sicuro, al di là di tutte tutte queste ipotesi futuribili, c’è una sola cosa certa. Se Conte riuscisse a diventare presidente del consiglio per la terza volta consecutiva si vedrebbero comitive di politici andare in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo.