Grandi contenuti

Domenica scorsa io e mia moglie siamo andati a trovare una sua lontana parente ottantenne. Il grado di parentela non l’ho mai capito. Pare sia una cugina di mia suocera. 

Ma non ne sono sicuro perché con le parentele mi perdo subito, come quando ho letto per la prima volta “I fratelli Karamazov”. 

Comunque, la signora ci ha offerto il caffè e intanto ci ha aggiornato sulle sue condizioni di salute, che sono buone. Poi abbiamo parlato del tempo e degli abitanti del suo paese di origine che è anche quello di mia suocera, e di altri argomenti. 

Poi ci ha parlato dei suoi nipoti e dei pericoli ai quali vanno incontro i giovani. A volte frequentano cattive compagnie e finiscono per andare a quelle feste piene di gente che balla per ore e ore e si droga. Poi magari, tornando a casa, provocano incidenti mortali. 

Ma i suoi nipoti sono bravi ragazzi e, per fortuna, non fanno queste cose. Sono anche volenterosi, ma riescono a  lavorare solo saltuariamente. La colpa, secondo lei, è degli stranieri che arrivano tutti i giorni in Italia che, se non fanno del male, rubano il lavoro ai nostri giovani. 

Invece certi politici si preoccupano più di quelli che arrivano in Italia che degli italiani.

Volevo tentare una replica, ma poi ho visto che la televisione era sintonizzata su Rete 4, come l’ultima volta che siamo andati da lei. Allora ho capito che era inutile discutere. Come potevo competere con i grandi contenuti Mediaset?

Dispar condicio

1576663115507AGCOM DICEMBRE 2019

C’era una volta la par condicio, un insieme di regole che i media e i politici avrebbero dovuto rispettare in campagna elettorale. Ne sentivamo parlare spesso perché da tempo in Italia siamo sempre, costantemente, in campagna elettorale.

C’è sempre un’elezione in vista: nazionale, regionale provinciale, comunale o condominiale. Anni fa se un politico, quasi sempre di sinistra, si presentava in una trasmissione RAI senza qualcuno di destra a contraddirlo si levavano urla, strepiti  e interrogazioni parlamentari. Si denunciava la violazione della par condicio. Se , invece, il politico in questione era di destra, non arrivavano quasi mai voci contrarie da sinistra, se non molto flebili.

Se poi lo stesso politico, sempre di destra, si presentava in una trasmissione Mediaset da solo nessuno diceva niente. Forse quelli di sinistra pensavano che non si poteva rimproverare uno di essere a casa sua. E poi la loro parola d’ordine dai tempi dell’ex cavaliere era: abbassare i toni.

Poi, dopo la caduta di Renzi e l’arrivo di M5S e della Lega salviniana, nessuno ha più parlato di par condicio. Dopo tanti anni questo vero e proprio tormentone è sparito dalla circolazione mediatica.

Siamo entrati in un’altra epoca.  Messi da parte leggi e regolamenti ormai obsoleti i vari media soprattutto quelli televisivi, sono passati ad una pratica molto più pragmatica e proficua, quella di salire sul carro del vincitore annunciato.

Non si tiene più conto del peso elettorale che una forza politica aveva alle elezioni precedenti, ma di quella che i sondaggi le attribuiscono alle elezioni successive. 

Clamoroso il caso della Lega che, secondo l’AGCOM, nella campagna per le Europee del 2019   ha goduto di uno spazio televisivo che, in un caso (su la7), è arrivato fino al 33%, molto vicino al risultato ottenuto alle elezioni. 

Mentre Forza Italia ha fatto la parte del leone in casa, su Mediaset con il 25%. Sulle stesse reti i cinque stelle ottengono il minor spazio con un misero 19%. Ma il più penalizzato è stato il PD che solo sulle reti Rai riesce salire oltre i 15%.

Con tanti saluti alla par condicio.