Con la guerra si è tornati a parlare dei cosiddetti oligarchi russi. Quelli che, dopo la fine dell’URSS, si impossessarono delle sue risorse naturali.
A quanto pare di questa guerra avrebbero fatto volentieri a meno. Infatti alcuni si sono subito ritrovati con dei conti esteri bloccati dalle sanzioni europee. Mentre quelli che sono soci della Gazprom e i titolari di compagnie petrolifere potrebbero veder diminuire il loro giro di affari. Ma questo si vedrà in seguito. Intanto, la guerra gli ha quantomeno rovinato le vacanze. Infatti molti hanno chiuso le loro faraoniche ville in Sardegna e licenziato la servitù. Qualcuno ha anche suggerito di sequestrare i loro giganteschi yacht Insomma, questa guerra si sta rivelando una sciagura. Al punto che qualcuno di loro starebbe cominciando a pensare a come liberarsi di Putin.
Per ora è solo un’idea da fantapolitica, ma se mai andasse in porto, prima o poi, dovrebbero scegliere qualcuno disposto a curare i loro interessi nella nuova fase politica. Una scelta delicata che dovrebbero fare con molta cura e attenzione.I precedenti, infatti, non sono confortanti.
Alla fine degli anni novanta il loro rappresentante stava per finire il suo mandato, ma non riuscivano ad individuare un valido successore. Dopo giorni e giorni di discussioni e riunioni uno di loro, Boris Berezovskij, annunciò di avere trovato l’uomo giiusto. Un ex funzionario dei sevizi segreti della Germania dell’Est, molto ubbidiente e ligio al dovere. Aggiunse anche che non era molto intelligente ed era meglio così perché avrebbe solo dovuto eseguire i loro ordini senza discutere.
Berezovskij, andò da lui per fargli la proposta e quello all’inizio si schernì dicendo che temeva di non esser all’altezza del ruolo che gli veniva offerto. Ma Berezovskij, lo rassicurò dicendogli che loro lo avrebbero aiutato e seguito passo dopo passo. Così lo convinse ad accettare. La candidatura fu approvata dagli altri oligarchi e il nuovo arrivato cominciò il suo lavoro con il solito zelo. Cosa che gli oligarchi apprezzarono.
Così nel 2000 Berezovskij, insieme ad Abramovich, finanziarono con 50 milioni di dollari la prima campagna elettorale del prescelto. Il quale però, una volta eletto presidente, cominciò a diventare ostile.
Infatti tre anni dopo Berezovskij, e un altro oligarca furono costretti all’esilio, mentre un terzo che aveva cercato di opporsi, dopo un veloce e iniquo processo, fu spedito in Siberia. Gli altri, vista l’aria che tirava, si adeguarono senza protestare.
Berezovskij, che si era trasferito in Inghilterra, dopo aver subito alcuni attentati, in uno dei quali morì il suo autista, è morto a Londra nel 2013 in circostanze non del tutto chiarite.
Il grigio e poco intelligente ex funzionario del partito si chiamava Vladimir Putin.