Scomparsi o quasi

Da mesi non si sente quasi più parlare dei complottisti.  Quelli che protestavano per la dittatura sanitaria. Quelli che sostenevano che le mascherine non solo erano erano inutili, ma anche nocive per la salute. Che i vaccini  erano  pericolosi e contenevano microchip che ci avrebbero fatto diventare  automi in balia di Bill Gates e soci.

Quelli che denunciavano il complotto globale di di Big Pharma e protestavano per il green pass perché discriminante e inconstituzionale. 

Così ho fatto un giro sui social e sui canali tv che li ospitavano fino a qualche tempo fa.

In  tv quasi niente, mentre sui social ho trovato solo vecchi argomenti. Come quello della finta siccità estiva inventata dal governo Draghi per  chiuderci di nuovo in casa. Mentre, in realtà, i fiumi  e ruscelli straripavano.

E pensare che solo qualche mese fa i complottisti, ed in particolare i no vax, erano ospiti fissi  dei talk show insieme ai vari virologi infettivologi ed epidemiologi per un malinteso rispetto della par condicio, ma con grande rispetto per l’audience. Mentre adesso, con il virus che sembra in ritirata, i famigerati esperti si vedono sempre meno e con loro i no vax. 

Infatti su social e tv ho trovato ben poco. Ho pensato che, forse, dopo la frenetica attività della pandemia si fossero concessi un periodo di riposo oppure avessero avuto un momentaneo vuoto di idee.

Ma poi mi è venuto un dubbio: Forse ho guardato nei posti sbagliati. Magari avrei fatto meglio a cercare tra i membri del nuovo governo.

Sogni per il nuovo anno

La pandemia sanitaria passerà. Tutte le pestilenze prima o poi finiscono. Ma la pandemia economica e sociale resterà. A meno che la fine di un incubo, simile ad una guerra, non segni l’inizio di una nuova era e la voglia di ricominciare non fornisca la spinta necessaria al cambiamento.

Perché è chiaro che non si può tornare semplicemente indietro nel tempo alla situazione del 2019. Il PIL non può più essere la principale se non l’unica preoccupazione di un governo. Un dio al quale offrire quasi quotidianamente sacrifici umani. Non è più tollerabile, se mai lo è stato.

Ma per adesso non ci sono segnali incoraggianti. C’è chi si è rassegnato, ci rifiuta la realtà e chi vive nel passato. Come quelli che dovrebbero essere di sinistra, che sono divisi tra chi si è convertito da tempo al pensiero unico, chi pensa di essere ancora nel secolo scorso e chi combatte battaglie di retroguardia come quella contro il green pass.

Mentre servirebbe qualcuno che, dopo aver preso atto dello stato delle cose, indicasse se non la strada, almeno la direzione da prendere.  Che proponesse nuovi modi per reagire alle tante ingiustizie, alla perdita dei diritti e della dignità di chi lavora.

Perché anche protestare è diventato difficile. Lo sciopero tradizionale è di diventato un’arma spuntata quando il padrone è una multinazionale o un inafferrabile fondo azionario. Uno dei tanti segnali che rivela, come certificò uno studio di una commissione europea qualche anno fa, che la lotta di classe l’hanno vinta i padroni. Anzi hanno stravinto.

Non solo. Hanno anche cercato di convincerci che dobbiamo rassegnarci ad essere più poveri e a vedere i figli che avranno una vita molto più difficile e incerta dei loro padri. E’ la dura legge del neoliberismo selvaggio, dato per morto tredici anni fa, ma ancora vivo e nocivo.

Però sappiamo bene che niente è per sempre. Quindi adesso più che mai ci sarebbe bisogno di una cultura alternativa di nuove idee e sogni da realizzare o anche solo da inseguire. Perché, come diceva Shakespeare, la vita è fatta della stessa materia della quale sono fatti i sogni e senza di essi la vita è triste e priva di prospettive.

Quindi proviamo a ricominciare a sognare a lottare e a sperare.

Buon anno a tutti, con la testa e con il cuore.

Un incontro inatteso

Qualche giorno fa ho rivisto un amico che non vedevo da prima del Covid. Me lo ricordavo gentile, un pò timido, riservato e con una grande passione per il cinema.  Per prima cosa gli ho chiesto come aveva passato questo brutto periodo.

Così, dopo avermi raccontato brevemente che lui e sua moglie avevano contratto il covid nel marzo dello scorso anno , ma senza gravi conseguenze, si è lanciato in un lunga invettiva contro il governo, i sindacati, i vaccini, il generale sparavaccini, i cinesi, il green pass, i medici e altro ancora.

Dapprima ho pensato che fosse stato contagiato dal complottismo poiché ne aveva citato alcune tesi, ma è stato regolarmente vaccinato insieme alla moglie. Qualche dubbio sulla reale efficacia dei vaccini e sulla gestione della pandemia da parte di Draghi  e compagnia sono in parecchi ad averne. Ma lui esponeva le sue tesi con molta enfasi, quasi con rabbia.

Ho subito pensato che fosse vittima di un effetto collaterale del Covid, ma poi ho capito che la sua rabbia aveva un’altra origine.  Infatti mi ha raccontato che circa sei masi fa ha perso il lavoro. Lavorava nell’amministrazione di un’impresa metalmeccanica che ha chiuso i battenti.

Da allora è in cassa integrazione a zero ore che finirà alla fine dell’anno. Dopo di che l’unica entrata mensile di famiglia sarà lo stipendio, non certo esagerato, di sua moglie che fa l’insegnante. Possibilità di trovare un altro lavoro ce ne sono poche per lui e per la ventina di persone che lavoravano nella stessa ditta.

”Tutti parlano di resilienza, di ripartenza ed esultano per un punto in più di PIL, ma la realtà è questa, Il resto è solo propaganda, “ ha sbottato alla fine del suo sfogo.

Questo incontro mi è tornato subito in mente quando ho saputo degli episodi di guerriglia urbana che hanno avuto luogo a Roma.  Dove, ancora una volta, la destra fascistoide ha soffiato con violenza sui carboni ardenti della crisi economica e sociale che si nasconde sotto la cenere della pandemia.

Il Green Pass è solo un pretesto per far rumore e notizia e raccogliere consensi tra i più disagiati e arrabbiati. Come, del resto faceva, già da tempo, nelle periferie dimenticate dalla politica. Ma il governo dei migliori sembra non saperlo. 

Attenti al pass

Un’amica insegnante qualche giorno fa stava per ricevere la seconda dose di vaccino anti-covid. Casualmente ne aveva parlato con il preside e lui le aveva fatto sapere che, il giorno dopo la vaccinazione, per entrare a scuola lei avrebbe dovuto esibire il risultato, ovviamente negativo, di un tampone.

Lei, stupita, ha chiesto il motivo di questa richiesta. Allora lui le ha spiegato che, secondo le regole dettate dal governo, il Green Pass che aveva ricevuto dopo la prima dose era valido solo fino al giorno della seconda.

Dopo di che avrebbe dovuto aspettarne un altro aggiornato. Ma nel  frattempo ne sarebbe stata priva e quindi avrebbe potuto entrare a scuola solo dopo aver fatto un tampone.

Il nuovo GP  è arrivato dopo circa 48 ore e dopo un tampone fatto in farmacia alle sette e mezzo del mattino.

Brunetta ha dichiarato che con il GP l’Italia è all’avanguardia. Ma, a quanto pare, con la burocrazia siamo ancora piuttosto arretrati.
Ma non doveva semplificarla?

Non solo grinpa

Il dibattito sul green pass è sfibrante, noioso ed inutile. Assomiglia a certe discussioni della sinistra che non arrivavano mai ad una conclusione. Semina confusione e raccoglie incertezza.

A cominciare dalla sua collocazione politica. A prima vista sembrerebbe una cosa di sinistra. Infatti quelli più a sinistra lo sostengono senza esitazione. La destra è contraria, ma non tutta. Salvini si è vaccinato e ha il grinpa in tasca, ma non vuole farlo sapere troppo in giro. Inoltre è una misura varata da un governo di destra.

Infatti. quello di Draghi, che è un uomo di destra, è appoggiato da due terzi del centro destra, dai 5stelle che hanno un piede a destra e uno a sinistra. e dal PD che è ormai diventato un partito di destra, seppure moderata.

Mentre i no vax sono di estrema destra. Minoranza rumorosa come da tradizione ormai centenaria. Poche idee ma chiare. Il Covid non esiste, ma se ne incontriamo uno lo facciamo secco con un colpo di pistola.

Comunque sia il dibattito sul grinpa sta diventando ogni giorno più inutile. Oltre l’80% degli italiani si è vaccinato e altri ne seguiranno. Inoltre il Covid, che in questa ultima ondata è rimasto su livelli decisamente più bassi che in quelle precedenti, pare stia lasciando, seppure lentamente, il campo. 

Dopo di che potremo tornare a parlare non di dittatura sanitaria, ma del neofascismo latente che domina questa epoca disgraziata.

Quello che mette il profitto al primo posto. Quello che trascura la sicurezza sul lavoro e ogni giorno provoca morti bianche.

Quello che vorrebbe ammanettare i dipendenti al posto di lavoro. Quello che costringe gli operai a lavorare per dieci giorni di seguito, prima a di poter avere un giorno di riposo.

Quello che concede otto o dieci minuti di pausa a chi lavora per otto o dieci ore di seguito.

Quello che vorrebbe abolire il RDC, diventato per molti vitale con l’arrivo del Covid, e dare i soldi risparmiati agli industriali.

Di questo bisognerebbe discutere, perché il Covid passerà, ma le ingiustizie rimarranno.

Travagliare

Questo post lo ha scritto un mio giovane amico che, nonostante i miei tentativi di dissuaderlo. insiste nell’insano proposito di voler fare, da grande, il giornalista. Attualmente scrive per qualche giornale on line locale occupandosi di cronaca, ma sogna di arrivare ad un giornale nazionale, Credo che il suo preferito sia il “Fatto Quotidiano” a cui ogni tanto spedisce qualche articolo che però gli rimbalza sempre indietro perché la casella della posta del direttore è sempre piena. Così mi ha chiesto di pubblicarlo qui. Certo, la possibilità che Travaglio o chi per lui, leggano questo post sono piuttosto basse. Il mio blog. nonostante il recente e costante arrivo di nuovi followers non ha certo la visibilità di un giornale. Ma non si mai.

Intanto grazie a tutti voi che mi seguite e buon Agosto.

“I guardiani della controriforma non sono ancora andati in ferie. Sensibili come un sismografo alle scosse anche minime che arrivano dalle parti di palazzo Chigi sono sempre pronti a reagire. Non appena Marco Travaglio ha fatto le sue esternazioni sulle qualità di Draghi è partita una violenta offensiva mediatica.  Nessuno è entrato davvero nel merito, ma tutti lo hanno accusato di lesa maestà. Certo il direttore del Fatto ha parlato dell’ex BCE come se fosse un suo conoscente, una persona qualsiasi e lo ha fatto in modo brusco e sgarbato, ma ha espresso comunque un’opinione, condivisibile o meno, ma legittima. 

Poco dopo il sismografo presidenziale ha registrato un’altra piccola scossa. Due noti e stimati filosofi come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari hanno criticato l’introduzione del Green Pass. Entrambi lo hanno definito una misura degna di un regime autoritario come l’ex Urss. 

Quindi i pasdaran di destra e di sinistra si sono subito lanciati in anatemi vari e poi hanno commentato dicendo che affermazioni del genere dimostrerebbero tutta la decadenza e l’obsolescenza di certa sinistra che vive ancora nel novecento.

Forse i due filosofi hanno esagerato per di più usando argomenti che, di solito, usa la destra, ma a nessuno è venuto il dubbio che potrebbero averlo fatto apposta per svegliare le menti annebbiate dal conformismo imperante e dal Covid. 

A quasi tutti gli osservatori, infatti, sembra essere sfuggito un problema di fondo. Vale a dire che per la prima volta dopo 75 anni i cosiddetti poteri forti, le imprese, comprese le multinazionali che sono in italia, le banche e la finanza sono andate direttamente al governo senza la mediazione della politica. I soldi del recovery fuond sono tanti e volevano essere sicuri di ricevere una bella fetta della succulenta torta.

Quindi non potevano fidarsi di uno come Conte, appena arrivato in politica. Così hanno chiamato Mario Draghi, un loro uomo di fiducia che  maneggia miliardi da quarant’anni e non ha mai dato neppure un centesimo ai poveri che, come noto, non hanno neppure il bancomat. Infatti ha già cominciato a prendere provvedimenti popolari come aumentare benzina e bollette, ridare il vitalizio a Formigoni e soci e prossimamente abolire quota 100. 

Qualcuno in teoria, ad esempio la vecchia maggioranza giallo.rossa potrebbe opporsi a tutto questo, ma è troppo impegnata in discussioni e beghe interne nelle quali si dibattono  in particolare il PD ed il M5S.  

Insomma, quello che vediamo accadere oggi era già successo cento anni fa e non è stata una bella esperienza.”

BastaZeneca

Noi italiani siamo abituati e vedere leggi che si contraddicono, regolamenti direttamente ispirati dal famoso comma 22 e labirinti burocratici dove perdersi è inevitabile. Ma questa volta per ottenere un certificato,  il fatidico Green Pass non si rischia solo di perdere tempo e denaro, ma anche la vita.

In questi giorni è successo ai giovani allettati dalla prospettiva di una vaccinazione veloce con relativo certificato  che permette di andare in vacanza oltre confine. A tanti, per fortuna, è andata bene: Alcuni hanno avuto reazioni avverse ma non gravi, mentre una ragazza sta lottando per sopravvivere.

Un’altra, invece, non c’è l’ha fatta. E’ morta oggi pomeriggio a Genova. Si chiamava Camilla e aveva solo 18 anni.

Prima di lei altre due giovani donne hanno perso la vira in Liguria nelle scorse settimane fa è morto anche un uomo di 54 anni, anche lui, probabilmente, in seguito alla vaccinazione con AZ.

Ma il governo e alcune regioni si sono lanciati da tempo in una corsa sfrenata alla vaccinazione di massa, come se si trattasse di un gioco a premi. Erano talmente ansiosi di raggiungere i loro obiettivi che hanno barato proponendo ai giovani una vaccinazione immediata, purché  fatta con il famigerato vaccino AstraZeneca.

Non è bastato il fresco ricordo del lotto killer scoperto in Marzo a fermarli e neppure la circolare del ministero della salute del 7 Aprile e quella dell’Ema del 23 Aprile dove si raccomandava di vaccinare con AZ gli over 60 . Che, tra parentesi, non hanno gradito molto questa decisione.

Ma noi italiani abbiamo la memoria corta, si sa. Quindi dopo, qualche settimana, sono tornati sui loro passi. Sebbene secondo l’Ema una bassa circolazione del virus rende la vaccinazione dei più giovani più rischiosa che utile, il generale Buttiglione in cerca di un’altra onorificenza e un presidente del consiglio scarso di parole e di pensiero hanno vaccinato i giovani di nuovo con AZ.

In un paese normale questo dovrebbe suscitare indignazione e far scattare la richiesta di dimissioni dei responsabili che hanno compiuto atti non solo censurabili ma anche potenzialmente illegali in quanto si tratta di farmaci sperimentali per di più usati in modo contrario alle raccomandazioni degli enti scientifici. Ma i giornali minimizzano sostenendo che si tratta di casi isolati, isolatissimi. 

Sostengono che anzi il Pfizer ha causato più morti. Non dicono che è stato somministrato soprattutto ai cosiddetti soggetti fragili cioè affetti da patologie di varia gravità, che spesso erano anche anziani ed il cui decesso potrebbe essere stato provocato dalle patologie di cui soffrivano e non dal vaccino.

Non dicono nemmeno che governo e regioni hanno puntato su AstraZeneca perché è, anzi era, il vaccino più economico del mercato ( euro 1,78 contro i 12 euro di Pfizer) e per questo anche se la Ue non ha rinnovato il contratto con la casa farmaceutica anglo.svedese, loro ne avevamo messo da parte milioni e milioni di dosi.

Quindi anche se dal primo luglio non riceveremo più dosi di Vaxzevria, bisogna comunque smaltire le imponenti scorte che si stanno avvicinando alla data di scadenza. 

Per questo stanno cercando di appiopparle a chiunque pur essendo al corrente della potenziale pericolosità del vaccino in questione.

Un comportamento decisamente scorretto e pericoloso, ma in linea con il pensiero unico che mette il denaro prima di tutto. Anche di una giovane vita.

Inoltre, con grande senso di umanità, nessun politico, tranne il sindaco di Sestri Levante, ha sentito il bisogno di presentare le proprie condoglianze alla famiglia di Camilla.