Il lattaio

Da quando è nato il nuovo governo i giornali principali, in particolare quelli del gruppo Gedi, sono passati all’opposizione. Ogni giorno le loro cronache politiche fanno le pulci ai provvedimenti del governo Meloni. Stranamente ma non troppo, quello che esprime la critiche più feroci è l’Huffpost, la testata più a destra delle tre.

Alcuni dei suoi opinionisti arrivano a definire i politici al governo caricature di se stessi impegnati a inscenare una imbarazzante operetta che ogni giorno si arricchisce di episodi tragicomici. 

Repubblica e la Stampa non arrivano a tanto, ma sono comunque molto critici sui provvedimenti del governo. Anche Domani si è schierato contro il governo. A tal punto che Meloni lo ha querelato.

Che siano tutti diventati improvvisamente di sinistra? La Meloni ha fatto il miracolo? Oltre a quello di far sparire il Covid?

La realtà, forse, è molto più semplice. Gli editori e i loro finanziatori  non vedono di buon occhio la Meloni. Certo è di destra e questo va bene, ma è un pò troppo di destra e non lo nasconde. Cosa che può generare tensione sociale e, magari, anche se adesso appare una prospettiva remota, ridare vita ad una sinistra piuttosto spenta.

Poi, cosa molto importante, potrebbe non distribuire i soldi del Pnrr  ai soggetti giusti. Insomma la vedono come un’intrusa, una mosca nel latte dei loro affari.

Perché il loro lattaio preferito, adorato, era Draghi. E sperano che ritorni in persona o con un suo fidato collaboratore. Altro che sinistra.

Il porto delle nebbie

“Forse stiamo uscendo dalla nebbia. Eravamo a poche miglia dalla costa, ma non vedevamo il faro.  Poi abbiamo sentito suonare il nautofono e  adesso sappiamo da che parte è il porto.
Ci sentivamo soli in mezzo al mare sulle nostre barchette, mentre adesso abbiamo visto altre barche che navigavano vicino a noi. E sono tante. Speriamo che siano abbastanza.”

Un amico aspirante scrittore ha descritto così la manifestazione delle sardine di Rimini, dopo averne letto la cronaca.

Esprime un sentimento finora piuttosto diffuso di isolamento e incredulità di fronte all’onda sovranista che si è abbattuta sul nostro paese. Poi il rassicurante sollievo di condividere idee e sentimenti con altri. Soprattutto per chi si sente periferico e trascurato dalla politica.

La nebbia della sua metafora mi ha fatto venire in mente la asfissiante propaganda che quotidianamente i media ci rovesciano addosso. Non solo quella diretta e spesso bieca di giornali e tv orientate a destra, ma anche quella, non si sa bene se involontaria o meno, che fanno anche certi esponenti della sinistra. Che non perdono occasione per affermare candidamente che Salvini è bravo, bello e intelligente. Ricco non si può dire per via dei 49 milioni misteriosamente spariti.

Non solo. Noti editorialisti, sempre più o meno di sinistra, ci fanno sapere, con allarmante frequenza, che potrebbe far cadere il governo in qualsiasi momento, perché ci sarebbero una quindicina di parlamentari a cinque stelle pronti a seguirlo.

Tutti i giorni o quasi, spunta un sondaggio che certifica il suo inarrestabile successo. Ormai dato per inevitabile come una perturbazione che si avvicina inesorabile.
In poche parole dopo averci spiegato per settimane e mesi che il suo ritorno al potere sarebbe una iattura ci dicono che è praticamente inevitabile.

Il movimento delle sardine sta riuscendo forse a diradare la nebbia di questa propaganda a scuoterci dalla conseguente rassegnazione e a farci ricordare che nessuno è invincibile né, tantomeno, eterno. Soprattutto in politica.