Un’estate al mare (a lavorare)

Sui giornali ha avuto molto risalto la dichiarazione del titolare di uno stabilimento balneare di Forte dei Marmi che ha proposto di assumere profughi ucraini per la prossima stagione balneare.

Questa notizia mi ha subito fatto tornare in mente le polemiche dello scorso anno, quando molti gestori di stabilimenti balneari e albergatori lamentavano una certa difficoltà a trovare mano d’opera per l’estate. 

Le loro lamentele  avevano avuto vasta eco e qualche giornale aveva approfondito la questione. Ne era uscito un quadro sconfortante. Giornate di lavoro interminabili, faticose e mal pagate e molte assunzioni in nero. 

Ma questa volta il signore in questione ha precisato che le assunzioni  avverranno  con contratti regolari, regolarissimi. 

Qui si tratta di profughi di persone che hanno davvero bisogno di un lavoro e che certo non sono schizzinosi e scansafatiche come gli italiani.

In questo modo si potranno fare buone azioni e, nello stesso tempo, risolvere il problema della scarsità di personale estivo.

Tutto bene dunque?

In teoria si, ma in pratica è molto facile aggirare leggi e regolamenti in questo settore. Poi si può giocare sul fatto che in Ucraina il reddito medio è di circa 10 euro al giorno, ovvero 300 euro al mese. Quindi  i potenziali camerieri e bagnini dell’Est avranno certo meno pretese degli italiani.

A questo punto una domanda sorge spontanea: finirà che anche stavolta ci faremo riconoscere?

Cielo di fine estate

Da un anno e mezzo, o forse più, mi sembra di essere diventato un semplice spettatore delle stagioni che passano veloci. Non riesco più a viverle appieno come sempre. Come tutti non vedo l’ora che arrivi una stagione nuova. Che sia tiepida, calda o fredda non ha importanza, purché segni l’inizio di una nuova stagione senza il maledetto virus.

Buona Domenica

Sogno di mezza estate

Qualche giorno fa sono capitato in un paese della bassa padana. Faceva caldo, ma soffiava un vento leggero e tiepido che aveva allontanato la cappa di afa che spesso alligna da quelle parti.

Camminando per una via con le case basse dai color tenui resi ancora più chiari  dal sole che era alto nel cielo mi è sembrato, per qualche istante, di essere vicino al mare.

Come se in fondo alla via ci fosse una spiaggia. Invece c’era il fiume, il grande fiume che tanti racconti ha ispirato nel suo tragitto verso il mare.

Avrei voluto salire su una barca per arrivare dove l’acqua dolce si mischia a quella salata. Poi cavalcare le onde per andare lontano.

Via da questo posto dove la vita è diventata più difficile e complicata.

Ma poi la voce dell’amico che avevo accompagnato mi ha riportato sulla terra ferma e dura. Peccato.

Una bella estate

Questa foto, spuntata per caso dal caos del mio archivio digitale, l’ho scattata a Scoglitti, paesino in provincia di Ragusa, dove sono stato in vacanza nel 2018.

Non è molto originale, ma ha fatto riaffiorare il ricordo di una bella vacanza che mi ha fatto scoprire la Sicilia, una regione dove non era mai stato.

Ma, soprattutto, mi ha fatto ricordare come era la vita prima della pandemia.

Non vedo l’ora di tornare da quelle parti per passare qualche giorno tranquillo, magari banale, ma senza la paura del virus che ormai ci portiamo tutti addosso.

Buona estate e buona domenica.

Estate italiana

Il termometro segna 33 gradi, il cielo è sereno, l’aria calda e umida; la prova costume è già stata fatta; si prenotano appartamenti e alberghi al mare o in montagna; in Trentino si è aperta la stagionale caccia all’orso e il virus è in ritirata. Tra poco vedremo politici e vip vari a bagnomaria nel Mediterraneo. Insomma è estate, la stagione più attesa dell’anno. Anche dai politici. Lo scorso anno hanno dovuto fare gli straordinari a Ferragosto a causa di una tale che voleva i pieni poteri. A proposito, chissà se tornerà al Papeete.

Ma quest’anno il barometro del governo segna bel tempo. Nonostante i ricorrenti titoli dei giornali che raccontano di tensioni, fibrillazioni e strappi imminenti all’interno della maggioranza, nessuno cercherà di far cadere il governo.

Non certo Dibba che, più che un posto in parlamento sta cercando un posto di lavoro.

Non certo Renzi che, pur non capacitandosi della cosa, si è reso conto di non essere più l’idolo delle folle. Sa che in caso di elezioni rischierebbe di dire addio anche al suo seggio da senatore.

Non ci pensa nemmeno Zingaretti che si è aggiudicato con ampio margine il premio Sfiga 2019-2020. Nella motivazione, redatta da Massimo Cacciari, si legge che dopo avere preso in carico un partito in crisi puntava a rinnovarlo partendo dal congresso. Ma poi la caduta del governo giallo verde e la nascita obbligata di quello giallo rosso, ha fermato il suo progetto. Questo 2020 doveva essere l’anno buono per tentare il rilancio del PD e della sinistra, ma poi è arrivato il Covid 19 e, come se non bastasse, lui lo ha preso al volo. Da allora di lui abbiamo saputo solo che è guarito o poco più.

Qualcuno ha notato al sua scarsa intraprendenza e ha lanciato l’idea di cambiare segretario. Ma per farlo dovrebbe passare sul cadavere di Franceschini, attuale segretario ombra del partito.

Il più tranquillo. di tutti, sotto il solleone, sarà sicuramente Conte, che, al contrario di Zingaretti è stato baciato dalla fortuna. La sua poltrona non è affatto in discussione. Lo vedremo presto sulle copertine dei giornali di gossip, immortalato in compagnia della sua fidanzata su qualche spiaggia pugliese e, probabilmente, anche a San Giovanni Rotondo a rendere omaggio al suo santo protettore.

Chi, invece, tra una gaffe e l’altra sogna di far cadere il governo, sono Salvini e Meloni. Ma sono stati spiazzati dal virus e da mesi ormai, sono fermi al vorrei, ma non posso.

Buona estate a tutti.

Un giallo per l’estate

A quanto pare questa estate i gialli su cui discutere sotto l’ombrellone non mancano. Ma qui in periferia non sembrano avere molto successo di pubblico.

L’omicidio di Roma avrebbe potuto essere quello più dibattuto. Ma la stupida ferocia dell’assassino e il fatto che abbia confessato ha tarpato le ali a chi era ansioso di schierarsi tra gli innocentisti o tra i colpevolisti.

Non solo. Ha tagliato le gambe anche ai soliti squadristi da tastiera che, dopo le prime false notizie, si erano subito lanciati a testa bassa alla caccia delle loro prede preferite: i nordafricani.
Ma poi si sono trovati davanti a due ragazzi bianchi, biondi, ricchi e californiani. Quindi sono riusciti solo a fare una figuraccia e non a far passare in secondo piano, come avrebbero voluto, il giallo che viene dalla Russia, intitolato Moscopoli.

Il caso sembrava promettente, ma nonostante la trama da intrigo internazionale, stenta a prendere quota come l’aereo stracarico di una compagnia low cost.
C’è chi sostiene, con qualche ragione, che è comunque più avvincente del mistero del governo che balla sull’orlo del baratro, ma senza mai cadere nel vuoto.
In questo caso qualcuno fa notare che potrebbe esserci un giallo nel giallo. Vale a dire, come mai quello che è diventato il maggior azionista non fa saltare tutto ponendo così fine all’agonia del governo e di una parte consistente dli italiani? In teoria avrebbe tutto fa guadagnare, invece si limita alle minacce alle invettive.

I più informati sostengono che vuole rimanere al Viminale perché da quella postazione è più facile difendersi da inchieste giornalistiche e azioni giudiziarie.
Gli stessi esperti di cose politiche insinuano che effettivamente potrebbe avere qualcosa da nascondere, roba esplosiva, che, se venisse alla luce, potrebbe far scoppiare e velocemente precipitare la mongolfiera dei suoi consensi.

In questo momento, però, uno scenario del genere non sembra molto probabile .Anche perché qualunque cosa succeda gli elettori di destra rimangono fedeli al nuovo capo. Almeno finché non cade definitivamente in disgrazia.

Mentre dall’altra parte hanno un capo in perenne rodaggio che non ha ancora trovato le cause del declino della sinistra. Qualcuno gli ha suggerito di farsi aiutare da suo fratello, il commissario Montalbano, che i misteri li svela sempre, almeno nella finzione letteraria.

Nella realtà però, forse nemmeno lui saprebbe rispondere all’interrogativo lanciato da Michael Moore nel suo ultimo film:”Come cazzo abbiamo fatto a ridurci così?”