
I nostri politici ormai da decenni sono fuori dal tempo. Lo era Berlusconi negli anni novanta quando evocava il pericolo comunista come nel 48. I comunisti non ‘c’erano più, ma tanti italiani gli avevano creduto.
Dopo tutto vedevano continuamente in tv Bertinotti che faceva discorsi strampalati citando Marx e la lotta di classe tra padroni e operai. Mentre quelli che erano stati comunisti, nel senso che venivano dal PCI, abbandonarono in fretta la riva sinistra e cominciarono il lungo viaggio verso la riva destra. A mollare gli ormeggi fu D’Alema che cominciò col non dire più cose di sinistra.
Mentre l’approdo sull’altra sponda fu opera di Renzi che, certo, riuscì a rottamare D’Alema e soci, ma poi si rivelò un tardivo imitatore di Tony Blair. Quindi anche lui fuori dal tempo. Per non parlare di Letta che seguiva la famigerata agenda Draghi come se fosse il vangelo ignorando del tutto la realtà.
Mentre i cinque stelle con il loro populismo, che poteva sembrare vagamente di sinistra, sono arrivati sulla scena al momento giusto, ma non se ne sono accorti.
Adesso è il turno della Schlein, in un periodo in cui almeno un terzo degli italiani vorrebbero una sinistra che si occupi dei loro problemi. Dunque sembra sia arrivata al momento giusto, ma ancora non è chiaro se l’ha capito.
Anche Meloni e soci non sono affatto sul pezzo. Infatti si ispirano all’italietta di cent’anni fa povera e contadina, ma più facile da gestire. Infatti sostengono che il vero liceo è quello agrario, che fornisce braccia all’agricoltura. ma è passato un secolo e l’Italia è diventata un paese industriale. Non può certo tornare agricolo.
In questo Meloni e soci sono più retrogradi del duce. Lui voleva che l’Italia rimanesse in gran parte un paese agricolo e che le altre terre dell’impero come, ad esempio, la Libia lo diventassero, dimostrando poca lungimiranza.
Ogni tanto qualcuno telefonava da laggiù e gli diceva:”Duce, abbiamo trovato il petrolio!” E lui rispondeva:”Cercate l’acqua!”