Piovono sondaggi. Ma non è una pioggia stagionale come quella di questi giorni. E’ sempre stagione di sondaggi. Anche in vista di elezioni che una volta sarebbero state liquidate in poche righe nella cronaca politica.
Mentre adesso, in un’epoca dove si drammatizzano persino le previsioni del tempo, anche le elezioni comunali, in una piccola città di provincia, diventano un test per il governo, per un partito o per il politico del momento.
Ed è vero che sono dei test, ma servono soprattutto a stabilire se la propaganda a favore di un politico o di un partito sta funzionando.
Il lavoro sporco lo fanno i tanti canali tv, soprattuto di destra, che invitano costantemente il politico in questione in programmi di intrattenimento o nei talk show, Sempre accompagnato da intervistatori compiacenti e, per una parvenza di par condicio, anche esponenti della parte avversa. Ma scelti con cura tra quelli che non sono quasi mai d’accordo con il loro partito e non perdono occasione per criticarne le scelte.
Così, a poco a poco, la faccia del protagonista dello show, diventa per gli spettatori famigliare come quella di un amico o di un parente e le sue opinioni indiscutibili.
In questo modo si può riuscire a trasformare un politico, anche mediocre, in uno che potrebbe vincere tutte le elezioni che verranno.
I sondaggi, fatti intervistando per lo più persone che si informano solo attraverso la tv, che sono la maggioranza, spesso confermano questa impressione. Se poi i numeri non sono eclatanti si possono sempre aggiustare tirando in ballo l’alta percentuale di indecisi.
L’importante è che, da un sondaggio all’altro, crescano i consensi e il politico in promozione, continui la sua irresistibile ascesa. In modo che gli elettori, come i politici, siano indotti a saltare sul carro del vincitore. E così via.
Se poi, nonostante l’impegno, queste tecniche di propaganda, non funzionano vuol dire che il candidato in questione si chiama Carlo Calenda.