Anniversario

Word press mi ricorda che scrivo su questo blog da quattro anni. L’avevo aperto prima, ma preso da impegni più pressanti, avevo lasciato perdere dopo aver scritto solo quello che avevo intenzione di fare.

Poi, parecchi mesi dopo, ho ricevuto alcuni like e mi sono accorto che, anche in mia assenza, c’erano state parecchie visualizzazioni. Insomma qualche traccia di vita. Allora ho cominciato a pubblicare post più o meno regolarmente..

Man mano ho avuto modo di conoscere, sia pure virtualmente, tante persone, tante storie, e tanti punti vista. Tutti interessanti. Ogni tanto qualcuno se ne va e qualcun altro arriva, come in un porto di mare.  Tra  i nuovi arrivi ci sono alcuni scrittori che invidio per la costanza e la fantasia.

Anch’io anni fa avevo scritto una serie di racconti che, però, sono stati rifiutati da ben otto case editrici. In seguito ho scritto un romanzo, e un altro a cui sto lavorando.

Ma, non li ho ancora fatti leggere a nessuno perché non ne sono del tutto soddisfatto. O, forse, come diceva un mio vecchio direttore, “perché c’è il rischio che se ti metti a nudo, qualcuno leggendoti capisca che sei un po’ scemo.” In attesa di di superare il dilemma sto studiando da corsivista scrivendo sul blog insieme a voi.  

Insieme siamo sopravvissuti al Covid e adesso dovremo sopravvivere al governo del presidente Meloni. Anche questa sarà una bella sfida. 

Vorrei ringraziarvi tutti uno per uno, ma sarebbe un elenco lungo e rischierei di dimenticare qualcuno. Quindi un grande grazie a tutti per avermi seguito nonostante mi occupi spesso di politica, un argomento che ha ben poco a che vedere con la letteratura e la poesia. Argomenti di cui molti voi si occupano con passione e dedizione.

Complipress

WordPress mi ricorda che due anni fa ho aperto questo blog. Ma dopo qualche settimana avevo lasciato perdere, per poi ricominciare nel luglio dello scorso anno. Avevo intenzione di raccontare fatti e opinioni della periferia e, in parte, l’ho fatto anche se, ogni tanto, un accenno alla politica nazionale, è per me, irresistibile. 

Poi è arrivato il maledetto virus. Quindi avrei dovuto raccontare quello che succedeva qui al nord. Partendo magari dai resoconti quotidiani di mia moglie che è un medico. Avrei dovuto descrivere il silenzio irreale rotto continuamente dal suono  lacerante delle sirene della ambulanze. Farvi sapere che i necrologi del giornale locale che, di solito, occupano una pagina, erano arrivati a riempirne otto. Tra di essi c’era anche quello di mio zio guarito dal covid ma caduto in depressione e morto suicida a causa dell’atmosfera cupa di un paese in lockdown.

L’elenco delle disgrazie sarebbe stato lungo, ma ho preferito non parlarne perché l’atmosfera era già abbastanza pesante ed era meglio non insistere. Inoltre il racconto delle disgrazie non è nelle mie corde. 

Così, una volta messe da parte le cronache locali, ho cominciato a studiare da corsivista, uno dei lavori che mi piacerebbe fare da grande. Temevo che  questa svolta facesse fuggire qualcuno, invece i followers sono aumentati così come i visitatori.

Ultimamente ho trascurato il blog, preso dal lavoro e da impegni famigliari, ma ogni volta che scrivo qualcosa. vi ritrovo sempre tutti.

Un motivo in più per continuare a rimanere in contatto con voi.

Grazie a tutti!