Innocenti evasioni

Ha bisogno della fattura? Questa classica domanda che ci veniva rivolta spesso da chi ci vendeva una merce o un servizio sembrava dovesse entrare a far parte dell’album dei ricordi.

Infatti l’offensiva del governo a favore dei pagamenti elettronici sembrava inarrestabile. Con il contorno delle manette per gli evasori grandi e piccoli.

Adesso però, a quanto pare, i grillini hanno aggiustato il tiro riservando la galera solo ai grandi evasori.

Infatti Di Maio ha dichiarato che non è prevista nessuna multa per i commercianti che non useranno il POS. Deve aver pensato che i piccoli evasori sono tanti e portano voti quindi meglio lasciarli fare e puntare più in alto.

Mai i grandi evasori, se sono davvero tali, possono permettersi schiere di avvocati e commercialisti che eviteranno loro non solo il carcere, ma anche multe troppo elevate. Quelli piccoli, invece. continueranno a farsi pagare in nero e a fare finta di essere nullatenenti oppure, in qualche caso, più poveri dei loro dipendenti che, insieme a circa un sesto dei contribuenti pagano le tasse per tutti.

A loro e a noi non rimane che sperare nella lotteria dei bancomat e delle carte di credito. Oppure nel superenalotto.

Instagrammato

Un ragazzo di Forlì un ventenne pregiudicato, durante un soggiorno ad Assisi aveva rapinato un signore anziano.

Minacciandolo con un coltello lo aveva costretto a consegnargli il portafogli, il cellulare e le chiavi della sua auto. Un colpo piuttosto facile ed apparentemente privo di rischi.

Poco dopo, però, il rapinatore ha commesso un errore  fatale.

Infatti non ha resistito alla tentazione di postare un video su Instagram dove compariva a bordo dell’auto rubata con in bella mostra ii soldi ed il cellulare della sua vittima.

Aveva avuto l’accortezza di non farsi vedere in faccia, ma non si era accorto di apparire nello specchietto retrovisore.

I carabinieri, che probabilmente erano già sulle sue tracce, tramite un account fantasma, sono risaliti al suo profilo e, dopo aver visionato e scaricato il video, lo hanno individuato e arrestato.

Come dire: chi di social colpisce….

Incontri ravvicinati

Ieri sera sono tornato a casa alle sette. Mentre mettevo la macchina in garage ho sentito il cane di un vicino abbaiare. Di solito abbaia quando i suoi padroni rientrano, ma tutte le luci erano spente.

Così sono andato a vedere e da un cespuglio della casa di fianco è spuntata una faccia sconosciuta. Gli ho chiesto cosa cosa stesse facendo e lui, senza scomporsi, ha risposto che stava facendo pipi. Ha anche fatto il gesto di tirare su la lampo dei pantaloni. Gli ho urlato di andarsene e quello ha cominciato a urlare a sua volta in una lingua dell’est.

Dopo qualche secondo da una finestra del primo primo sono letteralmente schizzate fuori due ombre che si sono subito dileguate insieme a lui che, evidentemente, gli faceva da palo.

Subito dopo ho chiamato i carabinieri descrivendo l‘aspetto del tizio e il modello di auto sulla quale i ladri erano fuggiti. La targa non sono riuscito a leggerla. Hanno preso nota e hanno detto che avrebbero fatto un giro di controllo. Ma non si sono visti.

Più tardi sono andato dai vicini derubati. Mi hanno spiegato che avevano già subito altri furti e che in casa non tengono più né denaro né gioielli. Oltretutto il mio arrivo ha impedito ai ladri di mettere tutto sotto sopra. L’unico danno, è stato un vetro rotto.Quindi non sporgeranno denuncia perché sarebbe una perdita di tempo.

Da queste parti, in un tranquillo quartiere residenziale, c’è chi ha ricevuto tre o anche quattro visite indesiderate negli ultimi anni.

Quindi le statistiche che indicano una costante diminuzione dei furti non ci rassicurano per niente. La nostra percezione è del tutto diversa.

Forse è anche per questo che, negli ultimi annii, in un quartiere da sempre di sinistra, i voti per la destra sono aumentati.

Semplificando

Alto tradimento! Come al solito dobbiamo dare soldi alle banche tedesche. Come pretendono gli euro-burocrati di Bruxelles!

Le obiezioni leghiste al Meccanismo Europeo di stabilità rievocano ancora una volta un’Europa matrigna dei popoli.

Il messaggio, benché un po’ abusato, funziona ancora. La semplificazione paga. Per dimostrare che queste affermazioni sono prive di fondamento bisogna addentrarsi in un labirinto di dati, leggi e regolamenti dal quale è difficile uscire e dove il lettore-elettore medio non vi seguirà. Preferisce le spiegazioni e le soluzioni  più semplici .

Anche quando si parla di tasse. “Questo è il governo delle tasse!” urlano da destra. Un argomento di facile presa. Rimediare, secondo loro, è semplice: basta abbassarle. Magari introducendo la flat tax.

Dimostrare che un simile provvedimento favorirebbe i redditi più alti richiede calcoli e ragionamenti complicati che pochi avrebbero la pazienza di ascoltare.

Più semplice sembrerebbe dimostrare che la salviniana filosofia della ruspa serve solo a spostare il problema in un altro posto. Ma si tratta di un’idea brutale e assolutamente banale.

Però ci sono anche casi in cui la semplificazione si smonta da sola. Come quella pensata dalla candidata leghista alla presidenza della Regione Emilia Romagna Lucia Borgonzoni, che, per risolvere il problema delle lunghe attese per un esame o una visita medica, ha proposto di tenere gli ospedali sempre aperti. Forse si è confusa con i supermercati.

Il porto delle nebbie

“Forse stiamo uscendo dalla nebbia. Eravamo a poche miglia dalla costa, ma non vedevamo il faro.  Poi abbiamo sentito suonare il nautofono e  adesso sappiamo da che parte è il porto.
Ci sentivamo soli in mezzo al mare sulle nostre barchette, mentre adesso abbiamo visto altre barche che navigavano vicino a noi. E sono tante. Speriamo che siano abbastanza.”

Un amico aspirante scrittore ha descritto così la manifestazione delle sardine di Rimini, dopo averne letto la cronaca.

Esprime un sentimento finora piuttosto diffuso di isolamento e incredulità di fronte all’onda sovranista che si è abbattuta sul nostro paese. Poi il rassicurante sollievo di condividere idee e sentimenti con altri. Soprattutto per chi si sente periferico e trascurato dalla politica.

La nebbia della sua metafora mi ha fatto venire in mente la asfissiante propaganda che quotidianamente i media ci rovesciano addosso. Non solo quella diretta e spesso bieca di giornali e tv orientate a destra, ma anche quella, non si sa bene se involontaria o meno, che fanno anche certi esponenti della sinistra. Che non perdono occasione per affermare candidamente che Salvini è bravo, bello e intelligente. Ricco non si può dire per via dei 49 milioni misteriosamente spariti.

Non solo. Noti editorialisti, sempre più o meno di sinistra, ci fanno sapere, con allarmante frequenza, che potrebbe far cadere il governo in qualsiasi momento, perché ci sarebbero una quindicina di parlamentari a cinque stelle pronti a seguirlo.

Tutti i giorni o quasi, spunta un sondaggio che certifica il suo inarrestabile successo. Ormai dato per inevitabile come una perturbazione che si avvicina inesorabile.
In poche parole dopo averci spiegato per settimane e mesi che il suo ritorno al potere sarebbe una iattura ci dicono che è praticamente inevitabile.

Il movimento delle sardine sta riuscendo forse a diradare la nebbia di questa propaganda a scuoterci dalla conseguente rassegnazione e a farci ricordare che nessuno è invincibile né, tantomeno, eterno. Soprattutto in politica.

Fiori rosa, fiori di pesco

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Se questa foto l’avessi scattata sette mesi fa non ci sarebbe niente di strano.

Si vedono i fiori di pesco che stanno sbocciando.

Invece l’ho scattata oggi ,sabato 23 novembre.

Ci deve essere qualcosa che non va.

O sono impazziti i fiori di pesco oppure è impazzito il clima.

La seconda ipotesi mi sembra quella più probabile.

Politici in promozione

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Piovono sondaggi. Ma non è una pioggia stagionale come quella di questi giorni. E’ sempre stagione di sondaggi. Anche in vista di elezioni che una volta sarebbero state liquidate in poche righe nella cronaca politica.

Mentre adesso, in un’epoca dove si drammatizzano persino le previsioni del tempo, anche le elezioni comunali, in una piccola città di provincia, diventano un test per il governo, per un partito o per il politico del momento.

Ed è vero che sono dei test, ma servono soprattutto a stabilire se la propaganda a favore di un politico o di un partito sta funzionando.

Il lavoro sporco lo fanno i tanti canali tv, soprattuto di destra, che invitano costantemente il politico in questione in programmi di intrattenimento o nei talk show, Sempre accompagnato da intervistatori compiacenti e, per una parvenza di par condicio, anche esponenti della parte avversa. Ma scelti con cura tra quelli che non sono quasi mai d’accordo con il loro partito e non perdono occasione per criticarne le scelte.

Così, a poco a poco, la faccia del protagonista dello show, diventa per gli spettatori famigliare come quella di un amico o di un parente e le sue opinioni indiscutibili.
In questo modo si può riuscire a trasformare un politico, anche mediocre, in uno che potrebbe vincere tutte le elezioni che verranno.

I sondaggi, fatti intervistando per lo più persone che si informano solo attraverso la tv, che sono la maggioranza, spesso confermano questa impressione. Se poi i numeri non sono eclatanti si possono sempre aggiustare tirando in ballo l’alta percentuale di indecisi.

L’importante è che, da un sondaggio all’altro, crescano i consensi e il politico in promozione, continui la sua irresistibile ascesa. In modo che gli elettori, come i politici, siano indotti a saltare sul carro del vincitore. E così via.

Se poi, nonostante l’impegno, queste tecniche di propaganda, non funzionano vuol dire che il candidato in questione si chiama Carlo Calenda.

Aiuto, siamo diventati leghisti

“E’ vero siamo diventati leghisti. L’ennesimo sondaggio ci inchioda alle nostre responsabilità. Dove abitano meno di 60.000 anime la lega rompe gli argini e dilaga.

Mentre nelle città più affollate stenta ad affermarsi. Così tutti a buttare la croce addosso a noi di periferia. Non capiscono che non siano propriamente leghisti. Vale a dire che non andiamo in giro in camicia verde e neppure ci sogniamo di andare in pellegrinaggio a Pontida, o di adorare il dio Po. Semplicemente votiamo per la lega, ma abbiamo i nostri buoni motivi per farlo.

Le nostre condizioni di vita e di lavoro sono peggiorate negli ultimi anni. Ci sono laureati a pieni voti che stentano a trovare lavoro e se hanno la fortuna di trovarlo sono costretti ad accettare contratti atipici e stipendi da operaio. Mentre chi non ha avuto l’opportunità di studiare si ritrova in ambienti di lavoro dove i diritti sindacali sopravvivono solo nei ricordo dei più anziani.

Ci sono posti di lavoro dove le pause sono solo un paio al giorno e di otto minuti ciascuna. A chi lavora per le agenzie di lavoro interinale o per la tante finte coop del nord va ancora peggio.

Gli anziani, che ormai sono tanti, sperimentano ogni giorno come anche la salute sia diventata un lusso. Infatti a volte le attese per un esame anche di routine sono lunghe. Così sono costretti a rivolgersi alle strutture private, regolarmente convenzionate con l’ausl, e pagare prezzi salati.

Questo succede anche nelle ultime regioni governate dalla sinistra dove si preferisce mettere l’accento sui numeri dell’economia che, magari, sono in momentanea crescita. Ma il prezzo che dobbiamo pagare noi per pochi punti percentuali è molto, troppo alto e non vogliamo più pagarlo.

Quindi ,visto che la sinistra si preoccupa da anni soprattutto delle imprese noi, dapprima abbiamo cercato di manifestare il nostro disagio disertando le urne e poi votando cinque stelle e per la lega. Volevamo far capire alla sinistra che doveva tornare ad occuparsi dei problemi veri, della vita reale e non quella virtuale del pil o dello spread.”

Questo è il riassunto dei discorsi che ho sentito tra amici, conoscenti e colleghi di lavoro. Posso solo aggiungere che quelli del PD insistono sui dati economici. Come fanno i cosiddetti spin doctor di Bonacini che, poi sono gli stessi che hanno così ben consigliato Renzi.

Come si dice, errare è umano ma perseverare è da stupidi.