Scomparsi o quasi

Da mesi non si sente quasi più parlare dei complottisti.  Quelli che protestavano per la dittatura sanitaria. Quelli che sostenevano che le mascherine non solo erano erano inutili, ma anche nocive per la salute. Che i vaccini  erano  pericolosi e contenevano microchip che ci avrebbero fatto diventare  automi in balia di Bill Gates e soci.

Quelli che denunciavano il complotto globale di di Big Pharma e protestavano per il green pass perché discriminante e inconstituzionale. 

Così ho fatto un giro sui social e sui canali tv che li ospitavano fino a qualche tempo fa.

In  tv quasi niente, mentre sui social ho trovato solo vecchi argomenti. Come quello della finta siccità estiva inventata dal governo Draghi per  chiuderci di nuovo in casa. Mentre, in realtà, i fiumi  e ruscelli straripavano.

E pensare che solo qualche mese fa i complottisti, ed in particolare i no vax, erano ospiti fissi  dei talk show insieme ai vari virologi infettivologi ed epidemiologi per un malinteso rispetto della par condicio, ma con grande rispetto per l’audience. Mentre adesso, con il virus che sembra in ritirata, i famigerati esperti si vedono sempre meno e con loro i no vax. 

Infatti su social e tv ho trovato ben poco. Ho pensato che, forse, dopo la frenetica attività della pandemia si fossero concessi un periodo di riposo oppure avessero avuto un momentaneo vuoto di idee.

Ma poi mi è venuto un dubbio: Forse ho guardato nei posti sbagliati. Magari avrei fatto meglio a cercare tra i membri del nuovo governo.

Il sogno di B

L’hanno accusato di intelligenza col nemico e di far traballare il governo ancora prima che nascesse. Hanno persino messo in dubbio la sua salute mentale. Secondo i giornali anche i suoi due figli Mediaset sarebbero preoccupati per le dichiarazioni dell’anziano genitore e avrebbero cercato di farlo ragionare pregandolo di starsene tranquillo in parlamento a curare gli interessi dell’azienda come ha sempre fatto.

Ma lui l’ex Cav. guarda avanti e vuole lasciare un segno nella storia e non solo nella cronaca giudiziaria. Visto che al governo non potrà fare molto e che, delle sue pendenze giudiziarie residue se ne occuperà, probabilmente con zelo, il nuovo ministro della giustizia, può dedicarsi ad imprese più difficili e più nobili.

E quale obiettivo è più nobile della pace? Secondo i suoi più stretti collaboratori, infatti, il suo sogno non è più quello di creare un milione di posti di lavoro o di piantare un milione di alberi. Questa volta punta più in alto. Dopo aver riallacciato i rapporti con il suo amico Putin vorrebbe incontrarlo per convincerlo a cessare le ostilità in Ucraina.

Come pensi di fare non si sa. Forse tenterà di farlo ubriacare con il lambrusco, o con il prosecco. Oppure organizzerà cene eleganti al Cremlino con le ex olgettine, Poi , se tutto questo non bastasse, potrebbe sempre ricorrere alle sue famose barzellette.

Ma qualunque strategia abbia in mente, se riuscisse nell’impresa, sa che potrebbe ottenere la riconoscenza di italiani ed europei. Potrebbe essere un successone. Poi, magari, chissà, potrebbe anche scapparci il nobel per la pace.

Ma, per, adesso questa sembra solo una vaga idea, un sogno, che potrebbe diventare l’ultimo spettacolo di un vecchio attore del teatrino della politica, oppure l’ennesima barzelletta.

Anniversario

Word press mi ricorda che scrivo su questo blog da quattro anni. L’avevo aperto prima, ma preso da impegni più pressanti, avevo lasciato perdere dopo aver scritto solo quello che avevo intenzione di fare.

Poi, parecchi mesi dopo, ho ricevuto alcuni like e mi sono accorto che, anche in mia assenza, c’erano state parecchie visualizzazioni. Insomma qualche traccia di vita. Allora ho cominciato a pubblicare post più o meno regolarmente..

Man mano ho avuto modo di conoscere, sia pure virtualmente, tante persone, tante storie, e tanti punti vista. Tutti interessanti. Ogni tanto qualcuno se ne va e qualcun altro arriva, come in un porto di mare.  Tra  i nuovi arrivi ci sono alcuni scrittori che invidio per la costanza e la fantasia.

Anch’io anni fa avevo scritto una serie di racconti che, però, sono stati rifiutati da ben otto case editrici. In seguito ho scritto un romanzo, e un altro a cui sto lavorando.

Ma, non li ho ancora fatti leggere a nessuno perché non ne sono del tutto soddisfatto. O, forse, come diceva un mio vecchio direttore, “perché c’è il rischio che se ti metti a nudo, qualcuno leggendoti capisca che sei un po’ scemo.” In attesa di di superare il dilemma sto studiando da corsivista scrivendo sul blog insieme a voi.  

Insieme siamo sopravvissuti al Covid e adesso dovremo sopravvivere al governo del presidente Meloni. Anche questa sarà una bella sfida. 

Vorrei ringraziarvi tutti uno per uno, ma sarebbe un elenco lungo e rischierei di dimenticare qualcuno. Quindi un grande grazie a tutti per avermi seguito nonostante mi occupi spesso di politica, un argomento che ha ben poco a che vedere con la letteratura e la poesia. Argomenti di cui molti voi si occupano con passione e dedizione.

Amici e nemici

Non passa giorno senza che l’ex Cav non faccia parlare di se.

Gli piace ancora troppo stare al centro del palcoscenico mediatico mentre il nascituro governo proprio non gli piace. Uno spettacolo che non lo vede protagonista non lo sopporta. Anche la Meloni non sembra essergli molto simpatica.

Così per metterla in difficoltà ha pensato bene di rinverdire la sua amicizia con Putin. Dopo tutto non si era solo fatto fotografare in sua compagnia con un voluminoso colbacco in testa, ma aveva anche ospitato più volte le sue figlie a villa Certosa, in Sardegna, per le vacanze estive.

Molti pensano che sia ormai fuori controllo. Anche i figli sembrano preoccupati, ma questa volta, secondo alcuni, potrebbe non trattarsi  di uno svarione dovuto all’età. Il suo discorso sulle cause della guerra è stato chiaro, conteneva date e numeri precisi e lo ha portato a termine senza esitazioni. Non male per uno che riesce a malapena a raccontare barzellette.

Anche la richiesta di riserbo sembrava quella che si fa ad un conoscente o ad un collega di lavoro particolarmente pettegolo, quando gli si riferisce una notizia che si vuole far sapere in giro. In questo caso potrebbe essere uno dei neo deputati di FI che lo stavano ascoltando .Forse uno di quelli rimasti in piedi a causa della carenza di posti a sedere.

Un problema che anche l’ex Cav ha più volte sottolineato rivendicando lo stesso numero di poltrone della Lega che ha ottenuto più o meno lo stesso numero di voti  di FI, ma più seggi a causa del meccanismo intricato del rosatellum. 

Ma comunque vada l’ex Cav intende continuare a coltivare le sue amicizie. Per lui è una cosa normale che ha sempre fatto e poi ci tiene ad esser amico di tutti.La sua fortuna l’ha costruita così. 

Quindi non capisce, o finge di non capire, cosa ci sia di sbagliato nella sua amicizia con Putin.

Seguendo questa vicenda mi è tornato in mente un episodio di qualche settimana fa. Mentre tornavo a casa a piedi ho visto un’auto lanciarsi in un sorpasso nonostante il divieto. Poco dopo i vigili l’hanno fermata.

Dall’auto è sceso un signore di una certa età che ha subito chiesto perché l’avessero fermato. Il vigile gli ha fatto notare che aveva appena sorpassato una Panda. E il signore stupito ha sbottato:” E allora? E vietato sorpassare una Panda?.”

Poltrone e sofà

Dunque la nuova legislatura è cominciata con il botto, anzi con una rissa durante la quale l’ex Cav è stato ferito nell’orgoglio.

Lui che è abituato a comandare non poteva certo accettare un no come risposta ad una sua richiesta. Per di più da una donna, che non fa parte della sua allegra compagnia e che, oltre a tutto,  gli ha rubato la scena.

Quindi si è parecchio inbufalito. Ha messo nero su bianco quello che pensava della Meloni e ha ordinato ai suoi di non votare. Naturalmente lei non ha gradito e ha fatto sapere che  non intendeva ricevere ordini dall’ex cavaliere pur rischiando la sconfitta alla prima uscita. Ma al momento della votazione sono spuntati, come per magia, 19 voti in più che hanno consentito l’elezione di La Russa al primo tentativo. 

Superata la sorpresa gli addetti ai lavori hanno subito sospettato di Renzi. Sarebbe stato lui, infatti, insieme ai senatori di Iv ed ai suoi seguaci rimasti nel PD, ad offrire alla Meloni l’aiutino di cui aveva bisogno, intravvedendo la possibilità di tornare protagonista. Infatti se il Cav si sfilasse davvero, lui e i suoi diventerebbero decisivi per la tenuta della maggioranza e potrebbero farla cadere in qualunque momento. Magari per far tornare Draghi o chi per lui. Come vorrebbero banche ed imprese. 

Quindi Renzi, che da tempo tenta di accreditarsi come valido interlocutore presso banche ed imprese, avrebbe colto l’occasione al volo mettendo le mani avanti ancora prima che nasca il governo. Almeno così dicono i commentatori più maliziosi.

Chissà se la Meloni ha gradito l’aiutino. Sicuramente potrebbe farle comodo visto che la convivenza con Salvini e l’ex Cav potrebbe trasformarsi in una corsa ad ostacoli.

Era appena riuscita a far dimenticare il Viminale a Salvini  che l’ex Cav si è messo di traverso. Pare, infatti, che, per la Ronzulli, potrebbe anche accontentarsi di una seggiola, ma sulla poltrona della giustizia sembra irremovibile. La vorrebbe per la Casellati e non sembra disposto a cambiare idea. Qualche ora fa pare abbia dichiarato di aver raggiunto il suo scopo. Chissà!

Dall’altra parte il PD ha fatto una magra figura, come è successo altre volte. Ma una in più non farà poi una gran differenza.

Anche nel sedicente terzo polo, come nel primo, pare ci sia maretta. Renzi sembra intenzionato a disertare le consultazioni per il nuovo governo. Il motivo non si sa. Ma si suppone che la convivenza con un altro che, come lui, non perde occasione per mettersi in mostra cominci a risultare difficile. Del resto lui e Calenda si sono uniti e lasciati già altre volte. Il mondo è troppo piccolo per tutti e due. Figuriamoci un partito. 

Comunque sia per adesso noi spettatori possiamo solo aspettare la prossima puntata e allacciarci le cinture perché ci sono sicuramente turbolenze in arrivo.

Questo è solo l’inizio dell’ennesima riedizione della tragicomica commedia, che è diventata la politica italiana. Infinita come le promozioni di poltrone e sofà.

Lo spettacolo è assicurato, ma il nostro futuro è incerto.

Borotalco

Di solito il loro arrivo coincide con quello della primavera.  Prima arrivano le avanguardie a tastare il terreno e poi gruppi sempre più numerosi. Ma finora erano pattuglie e non un vero e proprio esercito. Qualche giorno fa, invece, dopo settimane di calma, ne sono arrivate centinaia.

Sono entrate dalla finestra della cucina e sembravano inarrestabili. Mia moglie era in agitazione perché ha paura degli insetti. Non sapevo che fare. Non avevo mai avuto a che fare con un esercito di formiche. Ogni tentativo di respingerle era stato vano. Tempo fa avevo sigillato l’intelaiatura  della finestra con il silicone e sembrava funzionare, ma loro sono riuscite a trovare ugualmente un varco. L’esercito invasore era molto numeroso. Temevo di soccombere. Non volevo usare insetticidi in cucina e non sapevo che fare.

In una rapida ricerca su internet ho trovato vari rimedi, come le bucce di limone, l’aceto o il bicarbonato. I primi due mi sono sembrati improbabili. Allora ho preso un barattolo di bicarbonato trovato nella dispensa e ne ho sparso il contenuto sul davanzale. Dopo un paio di ore si sono ritirate. Ho pensato di aver vinto la guerra. Ma il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, sono tornate più numerose di prima.

Poi mia moglie si è ricordata che sua madre in casi del genere usava il borotalco. Ma in casa non ce n’era. Stavo per andarlo a comprare quando mi sono ricordato che da qualche parte in cantina ne avevo visto una confezione. Dopo aver rovistato per qualche minuto tra bottiglie e cianfrusaglie di vario genere ho trovato un sacchetto verde  ancora sigillato risalente a più di vent’anni fa.

C’era ancora il prezzo:1750 lire. Mi sono precipitato in cucina, ho tolto il bicarbonato e l’ho sostituito col borotalco. Dopo mezz’ora le formiche si sono ritirate. Temevo si trattasse di una ritirata strategica, invece il giorno dopo si sono presentate solo le avanguardie che, dopo aver fatto un giro fino alla barriera di borotalco, sono andate via. Da tre giorni fanno così.

Il borotalco d’epoca forse ha fatto il miracolo.  Ma le formiche, probabilmente, non hanno gradito. Una di loro, che mi era arrivata su una mano, mi ha punto mentre cercavo di riportatala sul balcone da dove era venuta:

Forse è vero che anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano. Cosa che facciamo anche noi, ma, invece di pungere, ci lamentiamo e poi votiamo per la Meloni.

Bis?

Le prime indiscrezioni sulla composizione del nuovo governo dicono che avrà un folto gruppo di tecnici: Dovrebbero essere  dodici, ovviamente di destra, come tutti i tecnici. A quanto pare, infatti,  i tecnici di sinistra in natura non esistono. E nemmeno politici coerenti con le loro idee.

La Meloni, ad esempio, non appena ha capito di avere concrete possibilità di andare al governo ha dichiarato solennemente di non essere fascista. Per rafforzare questa sua affermazione ha detto, che, quando è nata, Mussolini era già morto da molto tempo.

Un’argomentazione non del tutto convincente. Infatti come ha fatto notare ironicamente Guccini, intervistato da Diego Bianchi, la Meloni  è cristiana, ma quando è nata Cristo era morto da parecchi secoli. 

Ma non importa. L’importante è adeguarsi  al nuovo ruolo, come fanno tutti. Cosa che lei fa con molta diligenza. Infatti, adesso che è sicura di essere a capo del nuovo esecutivo, non è più amica di Putin, ma dell’America e pronta a schierarsi dalla parte della Nato. Inoltre è anche diventata  sostenitrice della UE e dell’Euro e cercherà anche di non far aumentare il debito pubblico.

Alcuni, ma non troppi, forse avranno da ridire su questi comportamenti disinvolti, ma, che un politico cambi idea, è abbastanza frequente. In tanti, spesso, cambiano anche partito. Ormai nessuno si stupisce più. 

Ma qui  la notizia è un’altra. Queste prese di posizione sembrano tratte da una certa agenda della quale si è parlato molto nelle ultime settimane.

Quindi mettendo insieme tutti questi elementi, noi, da questi parti.  abbiamo il sospetto che il prossimo governo si chiamerà Meloni, ma, in realtà, assomiglierà molto ad un Supermario Draghi bis. Chissà!

Dibattiti e battiti

Sabato pomeriggio durante un giro in centro ho sentito una voce che parlava di crisi della politica. Almeno così mi è sembrato. Ho seguito la voce e sono arrivato in una piazzetta dove era  in corso un dibattito sul rapporto tra giovani e politica.

Per un  attimo mi sono ricordato della famosa frase di Nanni Moretti quando diceva”No! Il dibattito no!” Ma era un periodo in cui, specialmente a sinistra, si dibatteva su qualsiasi argomento e, spesso, senza arrivare ad una conclusione. Tempi lontanissimi. 

Eppure in quella piazza c’erano parecchie persone, soprattutto giovani. Sono rimasto ad ascoltare e ho notato che, pur con motivazioni ed opinioni diverse, quelli che si sono alternati al microfono sembravano tutti intenzionati ad avvicinarsi alla politica. 

Più tardi, mentre tornavo alla macchina, due ragazzi mi hanno dato un volantino dove si invitavano i cittadini a partecipare ad una manifestazione contro gli sfratti e i pignoramenti. Se ricordo bene credo che l’ultima manifestazione di protesta risalga al 2019. In seguito il covid ha fermato tutto. Fino ad ora.

Stamattina ho incontrato sotto casa l’amico attivista dell’ormai ex PD che mi ha invitato ad un dibattito sul futuro della sinistra. Gli ho fatto notare che questo tema è stato dibattuto mille volte inutilmente. Ma lui ha risposto che “stavolta potrebbe essere l’inizio di un nuovo percorso. E’ un segno che il cuore malandato della sinistra continua a battere. Speriamo che i suoi battiti diano vita ad una fase politica veramente nuova”, ha concluso, con un filo di retorica.

Comunque sia, erano anni che non c’era tanto fermento in città. Ho pensato che forse la vittoria della Meloni,  comincia già a far sentire i suoi effetti. Forse servirà a  far muovere le acque da troppo tempo stagnanti della sinistra.

Che sia vero che non tutto il male viene per nuocere?

Sintomi e cure

“Vi ricordate le polemiche scoppiate nel 2020 quando il covid colpiva ogni giorno migliaia di persone?

La medicina ufficiale in assenza di vaccini e antivirali efficaci indicava come cura aspirina, tachipirina e antibiotici. Farmaci in grado di alleviare i sintomi, ma non di sconfiggere il virus. Mentre complottisti ed esponenti di destra minimizzavano i fatti e sostenevano che per guarire sarebbe bastata la clorochina o qualche altro lava pavimenti.

In politica è successo qualcosa di simile. Il Conte 2 per curare le crisi economica e sociale proponeva misure paragonabili alla tachipirina, come il bonus per mettere a norma le case o l’RDC. Provvedimenti che servivano anch’essi solo ad alleviare i sintomi della crisi.

Poi con Draghi la cura compassionevole dei nostri mali è continuata, ma con meno convinzione.

Così molti italiani hanno pensato che la cura capace di guarire le nostre malattie ce l’avesse la Meloni.

Invece, probabilmente, con lei torneremo alla clorochina. Ma, forse, non sarà la sola medicina che ci prescriverà.. Per prudenza ha telefonato a Draghi per farsi prestare un po’ di aspirina o di tachipirina.”

Un amico medico ha fatto queste considerazioni, che mi sono sembrate divertenti e ho pensato di riportarle qui.           

Redde rationem

Tanto tuonò che piovve, dicono da queste parti. Dopo tanti sondaggi e tante chiacchiere inutili è arrivato il giorno del “redde rationem”. 

Lo sapevano tutti che la politica di Letta era sbagliata. Tranne lui, naturalmente. Non ha capito che dopo tanti anni di crisi e due anni di Covid, alla gente non interessa lo ius soli o lo ius scholae,  il cuneo fiscale e altre amenità del genere. Ma ha bisogno di sicurezza economica, stabilità politica e, soprattutto, di soldi per arrivare alla fine del mese. 

Invece il PD ha approvato, ad esempio, senza  alcuna esitazione, l’aumento delle spese militari, soldi che potevano essere usati diversamente. Ha appoggiato acriticamente il governo Draghi che non era gradito agli italiani come tutti volevano farci credere. 

Letta voleva addirittura continuare il suo lavoro, seguendo gli appunti della sua famosa agenda che non è esattamente di sinistra perché prevede, tra l’altro, di distribuire la maggior parte dei fondi europei a banche ed imprese, soprattutto medie e grandi. Lasciando agli altri solo gli spiccioli perché bisogna far tornare i conti. A spese dei più poveri, come sempre. 

Nessuno, tanto meno Letta e soci, sembra ricordarsi che la crisi economica e sociale ormai cronica è stata causata dal sistema neoliberista economico-finanziario, quello morto di infarto per indigestione di titoli tossici nel 2008 e diventato poi un fantasma che si aggira ancora oggi  per l’occidente. Si sono tutti allineati da tempo al pensiero unico. E la crisi continua. 

Tutto questo, ed altro ancora, è risultato particolarmente indigesto a molti potenziali elettori. Al punto che parecchi di loro non si sono limitati ad astenersi, ma hanno votato contro il PD. Probabilmente anche scegliendo la Meloni. Infatti nelle cosiddette regioni rosse c’è stato un aumento dei votanti, che però non si è tradotto in voti per il PD. Infatti, solo in Emilia Romagna è ancora il primo partito. 

Ma, dopo tutto, era nato morto e adesso è arrivato il momento di celebrarne finalmente il funerale.

Intanto ci ritroveremo tra poco con il governo più di destra della storia recente.

Alcuni si consolano pensando che la nascita del governo non sarà una passeggiata visto che Lega e Forza Italia  sono ormai ridotti ai minimi termini, ma vogliono ugualmente un posto al sole. Anche il suo percorso sarà pieno di ostacoli non facili da superare. Chissà quanto durerà. 

Altri sottolineano l’inaspettata rimonta di Conte che molti vedono come un futuro alleato della sinistra. Se, nel prossimo futuro, ci sarà ancora una sinistra.

Questa è una sintesi, sia pure approssimativa, delle reazioni al risultato elettorale e alla sconfitta annunciata del PD di amici e conoscenti. 

Ormai ogni risvolto, ogni piega nascosta è stata discussa, analizzata e interpretata. 

C’é solo un aspetto che ancora sfugge anche ai più autorevoli studiosi. Nemmeno loro hanno capito chi ha votato per Calenda.