
Prima di Natale mia moglie mi aveva incaricato di consegnare un regalo ad una sua amica, che conosco anch’io da tempo.
Fa la commercialista ed è single. E’ magra di altezza media ed ha gli occhi scuri e i capelli lunghi e ricci di un colore indefinibile, una via di mezzo tra il rosso e il castano. Ha il naso leggermente aquilino e un modo di fare solitamente dolce.
Parla con un tono di voce basso, molto rassicurante, morbido come il velluto. Mia moglie sostiene che dovrebbe vestirsi meglio. Secondo lei si limita a coprirsi indossando maglioni e pantaloni sempre troppo larghi.
Sono andato nel suo studio, le ho consegnato il pacco e fatto gli auguri di rito.
Mentre stavo per andare via mi ha detto di fare gli auguri a mia moglie ed io le ho risposto che, magari, avrebbe potuto farglieli di persona perché, prima della Befana, probabilmente, ci sarebbe stata l’occasione per vederci tutti insieme.
Stavo già andando verso l’uscita, quando ho sentito la sua voce non più vellutata, ma decisamente aggressiva, che diceva:” Cosa vorresti dire, che assomiglio alla Befana?’
Colto di sorpresa da quella inattesa reazione, ho giurato e spergiurato che non lo pensavo nemmeno lontanamente e mi sono scusato per la mia incauta affermazione. Allora lei ha fatto un mezzo sorriso e mi ha salutato.
Una volta uscito, ho pensato che, forse, era lei ad avere il sospetto di assomigliare alla simpatica vecchietta. Oppure qualcuno in passato aveva avuto la cattiva di fare questo antipatico accostamento, scherzando, ma non troppo. Chissà se è ancora vivo. Quindi, senza volere, avevo toccato un tasto dolente.
Comunque sia in futuro non nominerò più la Befana invano, ma solo l’Epifania che ha tutto un altro significato.
Quindi buona Epifania a tutti.