
Una decina di anni fa, all’inizio di Gennaio si era rotto uno dei tubi che portavano l’acqua ai termosifoni. Il primo problema era stato quello di trovare un idraulico immediatamente disponibile. L’avevo trovato grazie ad un amico ingegnere. Era venuto il giorno dopo la mia chiamata ma la ricerca del punto di rottura del tubo, che era nascosto sotto il pavimento, e la sua sostituzione era stata un’impresa lunga e faticosa durata una decina di giorni. Durante i quali potevamo contare solo su un paio di stufette elettriche. La stanza più calda era la cucina mentre nelle altre c’era una temperatura di poco superiore allo zero. Non potevamo nemmeno contare sul riscaldamento dell’appartamento del piano di sotto perché vivevamo in una villetta singola. Quindi dopo cena o uscivamo per andare in un posto caldo o andavamo a letto presto. Ma non prima di averlo scaldato con uno scaldaletto. Poi andare sotto le coperte calde e accoglienti era il momento più piacevole della giornata. Il peggiore era quello della sveglia mattutina.
Questo episodio mi è tornato in mente in questi giorni dove si rincorrono voci allarmanti sul prossimo inverno.
Quando qualcuno controllerà che le nostre case siano fredde al punto giusto. che le nostre docce non durino che pochi minuti, che le lucette che indicano lo stand by dei nostri elettrodomestici siano spente e che non ce ne siano due accesi contemporaneamente. Oltre, naturalmente, alla cottura a freddo degli spaghetti. Inoltre il poco gas e le poca energia elettrica che potremo consumare li pagheremo più o meno il triplo di quanto li abbiamo pagati finora.
Tuto questo come se fossimo vittime di una qualche catastrofe naturale e non di una guerra a cui nessuno dei nostri governanti ha cercato di porre fine. Anzi ultimamente non se ne parla più. Evidentemente è considerato un argomento scottante da affrontare in campagna elettorale. Solo negli ultimi due giorni la guerra è tornata sulle prime pagine dei giornali.
Ci dicono che gli invasi stanno riconquistando terreno. Putin e il suo esercito sembrano in difficoltà. Questa, magari, potrebbe essere l’occasione giusta per intavolare una trattativa. Ma gli ordini che arrivano da oltre Oceano dicono di andare avanti fino alla vittoria, ovvero fino a quando gli invasi diventeranno invasori. Un’eventualità che, visti precedenti storici, appare ben poco probabile.
Ma certi ordini non si discutono. Anche a costo di passare un inverno al freddo e al gelo e di vedere chiudere qualche azienda. Intanto il giorno delle elezioni si avvicina…
L’occasione per intavolare una trattativa c’era già il 24 febbraio e anche in precedenza, ma già quel giorno le prime parole che ho sentito sia dall’Italia che dall’ Europa erano: Dobbiamo subito fornire aiuti ed armi all’Ucraina, Che dire: Forse l’obiettivo dell’ Europa e dell’Italia non era la pace. Forse?
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Per te come finirà la guerra in Ucraina?
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Con un compromesso. Noi concederemo qualcosa a Putin e lui riaprirà il rubinetto del gas. Forse.,
Ciao. Grazie per il commento.
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Grazie a te per la risposta! Colgo l’occasione per dirti che ho appena pubblicato un nuovo post, in cui racconto com’è nata una delle storie d’amore più belle di tutti i tempi… spero che ti piaccia! 🙂
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