
Ieri ho incontrato un mio lontano cugino, non ricordo più di quale grado, tornato in Italia dopo qualche anno di assenza, per un periodo di vacanza. Vive in Svizzera, dove era emigrato una ventina di anni fa e lavora, come tecnico informatico, al Cern. Ci siamo visti in una via del centro e ci siamo fermati in un bar a prendere un caffè.
Era da quelle parti per fare acquisti e cercava un certo negozio di abbigliamento dove andava abitualmente anni fa, ma non l’aveva trovato. Gli ho spiegato che quel negozio ha chiuso i battenti da tempo, come tanti altri. La crisi economica infinita e poi il Covid hanno colpito duro anche qui.
Lui si è dispiaciuto, ma poi ha aggiunto che adesso sicuramente andrà meglio. “Al governo c’é Draghi, ha detto, l’uomo che ha salvato l’euro, quindi siete in buone mani, anzi ottime. Infatti il PIL sta risalendo rapidamente dopo la pandemia.” Ho ribattuto che adesso c’è la guerra e il PIL è già sceso sotto zero. Ma lui, senza esitare, ha risposto che la guerra prima o poi finirà con la sconfitta di Putin e l’economia si riprenderà presto. Sorpreso, gli ho chiesto da dove venisse tanto ottimismo.
Allora mi ha spiegato che, pur vivendo all’estero, segue le nostre vicende politiche ed economiche leggendo regolarmente i giornali italiani, soprattutto Repubblica e il Corriere della Sera. A questo punto ho cercato di spiegargli che quelli sono giornali filo governativi che hanno un punto di vista spesso lontano dalla realtà. Che in Italia ci sono in media tre morti sul lavoro al giorno, che gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa, che il lavoro precario è diventato la regola e che i diritti dei lavoratori sono stati molto ridotti. Di fronte a questo elenco di problemi si è detto stupito, ma ha ribadito la sua fiducia in Draghi.
Ma, poco dopo, mentre parlava della sua vita a Ginevra mi ha confidato l’intenzione di comprare un appartamento, piccolo perché da quelle parti costano tanto. Ha detto che intendeva farlo soprattutto per investimento. “Perché in Svizzera tenere i risparmi in banca non conviene più come una volta. Investire i titoli, azioni od obbligazioni è diventato rischioso e per lasciare i soldi sul conto corrente bisogna pagare il deposito.” Allora gli ho fatto notare che ad introdurre i tassi negativi sui depositi bancari era stato Draghi quando era a capo della BCE. Provvedimento che, in seguito, era stato adottato anche da alcune banche svizzere.
A questo punto, si è un pò rabbuiato , sia pure per un attimo. Forse sono riuscito a fargli venire il dubbio che i Italia non viviamo nel migliore dei mondi possibili. Chissà!
Mi sfugge una cosa, ma forse perché sono ignorante, la Banca della Svizzera non dovrebbe essere slegata dalla BCE, visto che non è in UE come stato? In che modo il rialzo del tasso d’interesse della BCE dovrebbe colpire la BNS? E poi quello che fece Draghi allora fu parte del Whatever it Takes, una misura estrema per evitare di cadere nel precipizio.
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Certo che la Svizzera non fa parte della UE. Ma le banche non hanno confini e quelle svizzere, essendo anche fisicamente al centro dell’Europa, fanno, da sempre, affari con clienti degli altri stati europei. Quindi sono anch’esse influenzate dai provvedimenti della BCE.
Nel caso specifico copiarono l’idea di Draghi sia pure con intenzioni diverse.
Quando lui impose i tassi negativi alle banche europee voleva indurle a prestare alle imprese almeno una parte della montagna di soldi del “What ever it takes”: Ma gli istituti di credito europei, visto l’interminabile clima di incertezza, hanno preferito investire i soldi in altri modi, ad esempio giocandoli al casinò della finanza.
Alcune banche svizzere, tra cui l’UBS, quella del cugino, anch’esse restie a concedere prestiti, hanno pensato bene di introdurre tassi negativi sui conti correnti per stimolare i clienti più ricchi ad investire in prodotti finanziari che offrono entrate sicure per loro e più o meno incerte per i clienti.
Comunque, la mia era solo una battuta per scuotere mio cugino dalla sua inossidabile fiducia in Draghi. Non era e non è mia intenzione innescare un dibattito sull’efficacia dei tassi negativi. Non sono un economista, sto solo studiando da corsivista.
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La fiducia estrema, sono d’accordo con te, è sbagliata, non penso Draghi agisca alla perfezione. Ma tutto sommato visto i precedenti mi sembra un leader credibile.
E poi penso la gente abbia bisogno anche di credere in qualcuno, in un periodo così precario
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