
Qualche giorno fa sono andato in collina a trovare un amico che sta restaurando un antico casale. Ogni volta che ci vado apprezzo la quiete, il silenzio di quella collina rotto solo dallo stormire delle fronde, dal cinguettio degli uccelli e dai versi dei coloratissimi pavoni che girano liberi tra gli alberi del bosco.
Il posto ideale per lasciarsi alle spalle, seppur momentaneamente, le preoccupazioni quotidiane, la pandemia e la guerra. Dicono che qualche secolo fa, da quelle parti, abitasse un eremita.
Al ritorno lungo la strada sterrata e polverosa che porta ad una strada provinciale ho visto da lontano un ragazzo appena sceso dalla sua auto che aveva in mano uno strano arnese.
Quando gli sono passato vicino ho visto che impugnava un mitra, un mitra vero, forse il tristemente famoso Kalasnikof.
Non appena arrivato alla strada provinciale ho pensato di avvisare i carabinieri, ma poco dopo li ho incontrati mentre si dirigevano sul posto. Non so come sia andata a finire la faccenda.
Il mio amico mi ha detto che girava voce che il ragazzo armato fosse un ucraino che stava prendendo confidenza con il mitra con l’intenzione di tornare in patria a combattere. Ma è stato fermato e accusato di possesso illegale di arma da guerra. Chissà se è vero. Mi è sembrato tutto così surreale.
Comunque sia, mi sembra che non si possa più stare tranquilli da nessuna parte.