
Solo pochi anni fa c’era qualcuno, un tizio di Arcore, che si lamentava dell’ egemonia culturale della sinistra. Sosteneva che la cultura e l’informazione erano monopolio della sinistra. Non perdeva occasione per dare la colpa dei mali dell’Italia e del mondo ai comunisti anche se di comunisti in giro non ce n’erano più. Ma lui continuava a combatterli con le sue reti televisive ed i suoi giornali.
Non so se abbia cambiato idea, ma di sicuro oggi il panorama dell’informazione italiana è tutt’altro che di sinistra. L’Unità ha chiuso i battenti da tempo, mentre l’unico giornale che si dichiara ancora comunista, il Manifesto, non ha certo una diffusione paragonabile a quella del Corriere, della Stampa o di Repubblica.
Quest’ultimo era nato come giornale di sinistra che doveva fare concorrenza addirittura all’Unità che allora, alla fine degli anni settanta, poteva ancora vantare un certo numero di lettori ed abbonati. Negli anni successivi era diventato un giornale di sinistra sui generis che guardava al centro e a quello che rimaneva del pensiero liberale. Ma dava comunque fastidio al tizio di Arcore che cercò di comprarlo senza riuscirci.
Da sempre critici nei confronti dei partiti della sinistra con l’intenzione, dicevano, di stimolarne il rinnovamento gli editorialisti di Repubblica offrivano spesso preziosi consigli al segretario di turno. Consigli non richiesti che, quando sono stati ascoltati, non hanno prodotto grandi risultati. come nel caso di Renzi, l’ultimo che li ha fatti propri.
Spesso mi sono chiesto se quei suggerimenti avessero lo scopo di mandare in malora chi li avesse ascoltati. Chissà! Comunque sia ormai è tutta acqua passata.
Il direttore Molinari, sostiene, infatti, da tempo, che destra e sinistra sono categorie ormai superate. Il che tradotto significa che anche Repubblica si sta ormai aggiungendo al lungo elenco di giornali vicini alla destra.
Come ben sa Carlo De Benedetti storico editore di Repubblica che, infatti, lo scorso autunno ha fondato Domani un nuovo giornale, che avrebbe dovuto essere finalmente di sinistra per contrapporsi a “Repubblica”.
Invece l’unica cosa che è collocata a sinistra in quel giornale è il nome della testata, nella prima pagina.
Quindi il panorama dei media italiani rimane desolante. A quanto pare ogni editore pensa che, visto che la maggioranza degli italiani è di destra, per avere successo bisogna andare in quella direzione.
C’è una sola eccezione a tutto questo: l’Avvenire: Il quotidiano della Cei, anche prima di essere ispirato da Papa Francesco era l’unico giornale con dei punti di vita di sinistra e, negli ultimi tempi, ha pure aumentato la tiratura. Certo non è un giornale rivoluzionario, ma bisogna accontentarsi. E tutto quello che passa il convento.
Purtroppo!, devo dire con rassegnazione, ma la tua analisi è giusta e non parliamo delle televisioni…
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Anche le tv sono quasi tutte filogovernative. Anzi senza quasi.. Grazie Sileno. A presto
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Repubblica non si può più leggere…
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