Quello della suspense è un espediente molto usato non solo nella valanga di romanzi, film e fiction polizieschi, che minaccia di travolgerci ogni giorno, ma anche nella cronaca politica. Specialmente in un periodo in cui le elezioni sono sempre in vista.
Se c’è un partito o un candidato nettamente favorito che nemmeno l’arrivo degli alieni potrebbe ostacolare, se ne parla poco. Il vincitore annunciato non fa audience.
Se invece c’è una sfida a due senza un netto favorito scatta subito un racconto pieno di suspense. Dopo aver scelto tra i tanti sondaggi quelli che prevedono il minor scarto possibile tra i due contendenti e si comincia a parlare di testa a testa.
La faccenda ormai sta diventando ridicola. A gennaio con le regionali in Emilia Romagna i sondaggi prevedevano un sfida all’ultimo voto, un arrivo al fotofinish tra Bonaccini e Borgonzoni. C’erano cascati tutti, ma non gli elettori, che hanno preferito il presidente uscente assegnandogli un vantaggio di otto punti.
Stesso copione per le regionali annesse al referendum. Non potendo parlare di arrivo in volata tra si e no, giornali e tv hanno annunciato con sicurezza appassionanti testa a testa in Toscana e in Puglia con l’implicita previsione di una possibile vittoria dei candidati di destra.
Qualche giornale aveva anche messo le mani avanti analizzando le cause dell’ennesimo insuccesso della sinistra. Una parola che per molti fa ancora rima con sconfitta. Come è stato per cinquant’anni e molti vorrebbero che continuasse così.
I media di destra ovviamente, ma anche quelli molto di sinistra, che non perdono occasione per criticare PD e dintorni e raccontarne i tormenti e le lunghe, laceranti e inutili discussioni interne vere, esagerate o inventate che siano..
Come facevano nel secolo scorso dove continuano a vivere.
Giusto!
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