C’é qualcosa di surreale in questa asfissiante campagna elettorale emiliano-romagnola. Anzi, quasi tutto.
La realtà, quella vera, è assente. Quella raccontata negli studi televisivi è immaginaria, ricostruita secondo il punto di vista del politico di turno. La buona o cattiva amministrazione della giunta uscente sembra non interessare a nessuno. Tutta l’attenzione è dedicata ai sentimenti, alle sensazioni e alle contrapposizioni ideologiche ormai vuote di idee. Le telecamere non mostrano lo stato delle cose, ma la sua percezione. Come succede con la temperatura. Quella effettiva, reale, misurabile con un termometro, non interessa quasi più.
Tutto questo assomiglia, in brutto, ad un film di Fellini. Lui che aveva immaginato l’Italia come un grande circo e la ricostruiva in studio, avrebbe avuto tanti spunti da sviluppare e mettere in scena. Un tizio con la felpa e il cappellino della Ferrari che arringa la folla con fare truce e minaccioso sarebbe stato per lui un personaggio perfetto. Così come la sua prestanome, la candidata fantasma. Mentre il suo avversario, barbuto, sicuro di se, sembra un domatore di bestie feroci. Quello che infila la testa nella bocca di un leone pur sapendo di correre un grosso rischio perché il leone è vero, seppure addomesticato. Ma fa parte dello spettacolo. Quello di un circo pieno di politici, giornalisti e pseudo esperti travestiti da clown, nani ed acrobati. In riva ad un mare fatto di teli gonfiati dall’aria emessa da grossi ventilatori, dove nuotano tante schede elettorali a forma di sardina. Tutto talmente finto da sembrare vero.
Fellini, a volte, alla fine di un film, faceva una carrellata indietro con la MDP per mostrare al pubblico che si trattava di una finzione, magari di un sogno ad occhi aperti. Mentre le telecamere del circo mediatico una carrellata del genere non la fanno mai.