Profondo rosso

Quando sua madre le disse che qualcuno aveva telefonato dalla banca per avvisarla che il suo conto corrente era in rosso, la signora Anna pensò che si trattasse di uno sbaglio o di uno stupido scherzo telefonico.

Comunque andò subito in banca per accertarsi che fosse tuto a posto. Ma un funzionario della banca le mostrò l’ultimo estratto conto dove risultava uno “sconfino” di circa seicento euro. Eppure le spese della mamma erano sempre state modeste. Infatti ogni mese rimaneva qualche centinaio di euro sul conto. Segno che non spendeva mai del tutto l’’assegno mensile della sua pensione. Dunque, come era stato possibile?

Allarmata, Anna chiese notizie dei soldi investiti in titoli ed azioni dall’ufficio finanziario della banca. Una cifra considerevole a cinque zeri. Il funzionario cominciò subito a cercare tra i files del computer, ma non trovò traccia di quell’investimento. Cercò comunque di tranquillizzare Anna spiegandole che avevano appena aggiornato i software e alcuni dati dovevano essere ancora caricati. Poi avviò subito una indagine interna.

Il colpevole, con grande sorpresa di tutti, risultò un promotore finanziario prossimo alla pensione. Era riuscito a convincere molti anziani facoltosi ad affidargli i loro risparmi prospettando loro proficui investimenti. Ma i soldi, invece che nelle casse della banca finivano nelle sue tasche: o, meglio, in un arcipelago di conti correnti intestati a lui e ad un prestanome. Un malloppo di circa sei milioni di euro.

A tradirlo era stata la sua avidità. Infatti teneva d’occhio i conti dei clienti e non appena si accumulava una cifra a quattro zeri, prendeva i soldi con il pretesto, ancora una volta, di investirli. Ma nel caso della madre della signora Anna aveva esagerato lasciando sul conto solo pochi spiccioli e, in pochi giorni, il conto era andato in rosso.

Dopo due anni di indagini la guardia di finanza è riuscita a fare luce su quasi tutte le transazioni illecite. La signora Anna e sua madre, per adesso, hanno recuperato una parte del maltolto dopo aver speso decine di migliaia di euro per le parcelle degli avvocati.

Questa vicenda in città la conoscono solo le vittime, e pochi altri. Infatti sul giornale locale è uscito solo un articolo a due colonne in cronaca dove si ricostruivano gli avvenimenti, ma senza fare il nome del responsabile. La reputazione della banca avrebbe potuto risentirne.

Intanto l’intraprendente promotore finanziario, dopo un breve patteggiamento, è stato condannato ad un anno di reclusione, ma con la condizionale.

In seguito, vista la sua abilità a farsi affidare i risparmi altrui, qualcuno ha pensato bene di assumerlo come consulente finanziario. Adesso lavora in un’altra banca.

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