Qualcuno li chiama corridori. Ma non sono maratoneti e neppure fanatici del jogging. Corrono e basta. Dovunque. Lungo strade principali, secondarie e di campagna. Hanno un’età apparente tra i trenta e i quaranta anni.
Uno di loro passa tutte le mattine davanti a casa mia. Va a comprare il giornale all’edicola dietro l’angolo e poi se ne torna subito a casa che è distante circa sette chilometri.
Un altro munito di occhiali da sole, zainetto, pantaloncini corti e scarpe da trekking corre quasi ogni giorno sul ciglio di una trafficatissima strada provinciale.
Un altro ancora va avanti e indietro da un quartiere di periferia al centro della città spingendo una bicicletta sulla quale non sale mai.
Una volta ho chiesto a uno di loro dove stesse andando e lui mi ha dato una riposta un po’ confusa ma, allo stesso tempo, chiarissima:“ Non lo so, ma devo andare.”
Uno psicologo direbbe che sono affetti da una sindrome ossessivo-compulsiva, un medico che soffrono di ipertiroidismo. A me, invece, piace pensare che stiano cercando una via du fuga da questa piccola Italia in bianco e nero per andare verso nuovi orizzonti più vasti e colorati.
Come molti elettori di sinistra.
Anche questa è Italia!
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