Giornalisti, opinionisti ed esperti vari, più o meno di sinistra, continuano ad osservare la politica con occhiali novecenteschi sul naso. Giudicano i politici con il metro ormai obsoleto dell’onestà, della trasparenza e dei conti che tornano.
Si ostinano, soprattutto, a guardare il film in bianco e nero dei dati economici, che quotidianamente ci piovono addosso. Hanno disquisito per mesi sul rapporto deficit-pil, sullo spread, sulle clausole di salvaguardia, sulla possibile procedura di infrazione della commissione europea ai danni dell’Italia e via enumerando.
Ogni volta sono arrivati alla stessa conclusione: prima o poi quei numeri con la loro crudezza, avrebbero seppellito il governo. Noi di periferia abbiamo voluto credergli, pur sapendo che si trattava di una possibilità remota. Finora, infatti, si è concretizzata una sola volta: nel 2011 anche se a seppellire il governo Berlusconi fu una risata. I numeri vennero dopo.
Infatti la previsione si è rivelata sbagliata: la procedura di infrazione non c’è stata, mentre il governo c’è ancora. Quindi per qualche giorno non si è più sentito parlare di dati economici. Ma poi, a colmare il vuoto lasciato dai numeri, è arrivato provvidenziale il russiagate padano che ha permesso ai soliti esperti di prevedere, ancora una volta, l’imminente fine o, comunque, un drastico calo di consensi del governo minacciato dall’ingombrate ombra del Cremlino
Invece il governo è ancora in carica mentre i sondaggi lo danno più in forma che mai.
Ci deve essere un piccolo particolare che continua a sfuggire ai nostri esperti.
Forse dovrebbero inforcare gli occhialini che permetterebbero loro di vedere lo spettacolo della politica in 3D. Potrebbero così apprezzarne i colori accesi, i dettagli e le sfumature che rendono tutto talmente verosimile da sembrare reale.